Ultimo avvicendamento, ad Herat (Afghanistan), tra due contingenti militari italiani: i bersaglieri della Garibaldi tornano a casa e gli alpini della Julia si apprestano a chiudere la missione 'Resolute Support', 18 marzo 2015. A Camp Arena, il quartier generale italiano, si è svolta la cerimonia di passaggio di consegne tra il generale Maurizio Angelo Scardino, comandante della Garibaldi e del contingente multinazionale della Nato schierato nell'Ovest, e il generale Michele Risi, della Julia, che gli subentra. ANSA/VINCENZO SINAPI

Truffa di blindati italiani a Kabul

ROMA. Nasce dal suicidio di un ufficiale italiano a Kabul – il capitano Marco Callegaro, 35 anni, originario di Rovigo ma residente a Bologna – l’inchiesta che ha portato il procuratore militare di Roma Marco De Paolis ad iscrivere nel registro degli indagati sei ufficiali per truffa militare aggravata: nei loro confronti è stato notificato un avviso di conclusione indagini. La vicenda risale alla metà del 2010 e riguarda il nolo di alcuni mezzi la cui blindatura è risultata più leggera (e meno cara) di quella pattuita: circostanza che – oltre a favorire illecitamente la ditta afgana noleggiatrice, riconducibile a un uomo ritenuto vicino ad ambienti terroristici- avrebbe anche potuto mettere a serio rischio, sostengono gli inquirenti,il personale cui erano destinati. L’intera pratica incriminata – corredata da un certificato di blindatura contraffatto – venne curata dagli uffici amministrativi di Kabul dove Callegaro lavorava. Durante le indagini sono stati sequestrati 28 blindati e sentiti centinaia di militari.

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