Mentre infuriano in tutto il mondo le polemiche sul decreto che mette al bando gli immigrati negli Stati Uniti, Donald Trump non sembra cedere neppure di un centimetro. Ai diplomatici che hanno espresso dissenso manda a dire che ‘chi non aderisce al programma se ne può andare’. Su Twitter scrive: ‘I problemi agli aeroporti sono stati causati dal blocco dei computer Delta, dai manifestanti e dalle lacrime del senatore Schumer. Rendiamo l’America sicura di nuovo’. E sempre cinguettando ricorda: ‘Cercare i terroristi prima che possano entrare nel nostro paese è stata una parte importante della mia campagna’. Cosa vera, ma che piace pochissimo non solo alle opposizioni, ma addirittura a big dell’economia Usa come Starbucks, Nike e Google. Primo tra i contrariati l’ex presidente Obama che si dice in disaccordo con le discriminazioni religiose ma rincuorato dalla reazione del Paese.
Le critiche al provvedimento aumentano in modo esponenziale. A partire dall’Onu: secondo l’Alto Commissario del Consiglio per i Diritti umani, Zeid al-Hussein, il divieto di ingresso deciso dal presidente degli Stati Uniti nei confronti dei cittadini di sette Paesi islamici è ‘illegale e meschino’.La discriminazione sulla sola base della nazionalità è proibita dalle leggi umanitarie, ricorda al-Hussein su Twitter, il divieto statunitense è inoltre meschino e spreca delle risorse necessarie per un’adeguata lotta al terrorismo. Le agenzie dell’Onu più direttamente impegnate con le migrazioni, l’Unhcr e l’Iom, invitano gli Stati Uniti a continuare nella sua forte leadership e lunga tradizione di proteggere coloro che fuggono dai conflitti e dalle persecuzioni.
Il Patriarca di Babilonia dei caldei e presidente della Conferenza episcopale irachena, Louis Raphael Sako, in un’intervista al Tg2000 avverte: ‘Trump mette in pericolo tutti i cristiani nei Paesi musulmani. E’ assurdo coinvolgere la religione. Lo Stato deve essere neutro, non religioso. E’ una trappola per i cristiani, non si possono fare discorsi del genere’.
Il patriarca Sako, commentando il provvedimento ‘Muslim Ban’, la ‘messa al bando’ dei musulmani, voluto dal presidente Usa, ha sottolineato: “Bisogna essere lucidi, coloro che hanno un legame con il terrorismo non devono entrare negli Usa, ma le altre persone che cercano una sicurezza per le loro famiglie devono avere questa possibilità. Questo è un diritto dell’uomo’.
Infine il presidente della Conferenza episcopale irachena ha aggiunto: ‘Ogni Paese ha il diritto di proteggere il proprio territorio da un pericolo ma fare una distinzione e dare un pregiudizio verso una religione è pericoloso. Questo crea tensioni perché qualcuno potrebbe pensare che noi cristiani (nei Paesi musulmani) siamo assimilati all’Occidente. E’ necessario un discernimento. Ci sono casi di persone che meritano di essere accolti: coloro che fuggono dal terrorismo o da persecuzioni. Non importa la religione, non si può dire che una religione è terrorista e altre no. In ogni religione vi sono persone perbene e altre fondamentaliste.