Alla fine di una giornata in cui si è apertamente schierato con l’Arabia Saudita e con altre nazioni arabe nel loro tentativo di isolare il Qatar, Donald Trump ha telefonato al ‘custode delle due sacre moschee (Mecca e Medina, ndr), re Salman bin Abdulaziz Al Saud’ a Riad. Intanto la Cnn scriveva che gli inquirenti americani sono convinti che ci sia la Russia dietro l’attacco hacker a danno dell’agenzia di stampa di stato a Doha con il quale sono state fatte circolare notizie false che avrebbero contribuito ad alimentare la crisi legata al Qatar, accusato dai suoi vicini di finanziare il terrorismo.
Stando a una nota della Casa Bianca, Trump e il re saudita hanno discusso l’obiettivo di prevenire il finanziamento di organizzazioni terroristiche e di eliminare la promozione dell’estremismo da parte di qualsiasi Paese nella Regione mediorientale.
Dopo che ore prima il segretario di Stato Rex Tillerson, dalla Nuova Zelanda, aveva evitato di citare esplicitamente il Qatar, dicendo che tutti i Paesi membri del Consiglio di cooperazione del Golfo (GCC) hanno lavoro da fare su quei due fronti, Trump ha sottolineato che un GCC unito è cruciale per sconfiggere il terrorismo e promuovere la stabilità nella Regione.
Secondo vari analisti uno sfaldamento del Consiglio va tuttavia preso in considerazione, specialmente se sono vere le indiscrezioni raccolte nella notte da SkyNews Arabia secondo cui l’Arabia Saudita ha dato al Qatar un ultimatum in 10 punti da attuare entro 24 ore.
Tra le richieste pare ci sia lo stop immediato a qualsiasi legame con la Fratellanza Musulmana (a cui faceva capo il primo presidente egiziano eletto democraticamente Mohamed Morsi quando fu deposto nel luglio 2013 dal generale Abdel Fattah el-Sisi in quello che la Casa Bianca non ha mai definito un colpo di stato) e con Hamas, il primo gruppo islamico nel mondo arabo ad avere vinto elezioni (quelle palestinesi nel 2006) ma considerato un’organizzazione terroristica da Usa, Ue e Regno Unito.