“Questi post serviranno come notifica al Congresso degli Stati Uniti. Nel caso in cui l’Iran dovesse colpire qualsiasi persona o bersaglio americano, gli Usa reagiranno rapidamente e in modo assoluto, forse in modo sproporzionato. Tale avviso legale non è richiesto, ma va considerato come notificato”. Così il presidente ha sentenziato ieri sera sul suo profilo Twitter, scatenando un dibattito infinito sul social e una risposta immediata della Commissione estera del Congresso: “Questo post servirà a ricordare che i poteri di guerra sono del Congresso ai sensi della Costituzione degli Stati Uniti. E che dovresti leggere il War Powers Act. E che non sei un dittatore.”
Dopo l’uccisione a Bagdad del generale iraniano capo dei Pasdaran, Qassem Soleimani, in seguito a un raid americano, si sono alzati venti di guerra con una serie di botta e risposta Usa-Iran, in cui entrambi i Paesi si sono rivolti pesanti minacce di ritorsioni militari. E Trump si apparecchia la situazione, forse anche per evitare un dibattito al Congresso in un momento in cui lui stesso è oggetto di impeachment.
Cosa prevede la Costituzione americana su una possibile dichiarazione di guerra americana? L’articolo 1, comma 8 della Costituzione affida al Congresso il potere di dichiarare guerra e finanziarla. Il presidente, che è a capo delle forze armate, per avviare un conflitto deve avvisare il Congresso 48 ore prima e può impegnarsi massimo per 60 giorni. Ma, i poteri congressuali possono anche essere raggirati. In più occasioni la Casa Bianca ha avviato operazioni militari senza approvazione parlamentare. Secondo la consuetudine, andrebbero avvertiti e consultati i famosi 8: i leader dei due partiti alla Camera e al Senato insieme ai presidenti e ai capi del comitato intelligence delle camere.
In questi ultimi giorni sono diversi i video che sono girati sulla rete sull’operazione condotta dal Pentagono per fermare il generale di Teheran. Uno dei video è stato pubblicato dall’Huffington Post che ha deciso di rendere noto il filmato registrato dallo stesso drone. Uno scoppio che non ha dato possibilità a Soleimani di salvarsi con i corpi che sono stati recuperati subito dopo. Una morte che ha alzato la tensione tra i due Stati.
Nelle ultime ore era uscita la notizia di una partecipazione dell’Italia all’operazione tramite i droni della base militare della Sigonella. Immediata la smentita dal parte della Difesa con Luigi Di Maio che ha confermato l’estraneità del nostro Paese a questo blitz. Una presa di posizione che è servita a ribadire la contrarietà del nostro Paese a questa operazione condotta da Donald Trump nei primi giorni del 2020. Un attacco che rischia di dare vita ad un conflitto tra Iran e Usa che potrebbe avere delle conseguenze a livello Mondiale.
Il premier Conte nella serata di domenica 5 gennaio 2020 ha avuto un contatto con il collega iracheno per ribadire la propria vicinanza alla città di Baghdad che in questi ultimi giorni è il campo di battaglia tra Iran e Usa. Non possiamo escludere nelle prossime ore un colloquio con il presidente Trump per chiedere lo stop a questa guerra. Un conflitto che rischia di avere delle conseguenze a livello mondiale sia dal punto di vista politico che da quello economico.