Trump e il rilancio dell’economia americana

Trump, una volta che il suo piano da mille miliardi di dollari per le infrastrutture verrà approvato dal Congresso è   dell’idea di spendere senza perdere tempo, avendo ben chiaro dove investire ed evitando ogni ostacolo burocratico facilitando il rilascio di permessi locali.

Al primo posto della lista c’è il rinnovo di strade e autostrade esistenti e i progetti che possono trasformarsi velocemente in cantieri. Il suo è un piano pensato per modernizzare infrastrutture che ‘si sgretolano’ e per spingere sulla crescita e sulla creazione di nuovi posti di lavoro.

In una riunione organizzata ieri alla Casa Bianca tra funzionari della sua amministrazione e alcuni top manager, a cui ha potuto assistere il ‘Wall Street Journal’, Trump ha spiegato che non darà denaro agli Stati a meno che non dimostrino di essere pronti, disposti e capaci di iniziare un progetto. Il leader Usa non vuole dare loro fondi ‘se sono incastrati per sette anni nella burocrazia statale’.

La finestra temporale per avviare i progetti potrebbe essere di 90 giorni.  Su questo ha chiesto una raccomandazione al nuovo capo dell’Agenzia per la protezione ambientale (Epa) Scott Pruitt. Trump è interessato a un ampliamento della rete ferroviaria per l’altà velocità e vuole più dettagli su ‘Hyperloop’, l’avveniristico progetto del fondatore di Tesla, Elon Musk per un treno superveloce che intende collegare il centro di Los Angeles e quello di San Francisco (California) in soli 30 minuti (ce ne vogliono quasi 90 in aereo).

‘L’America è sempre stata la nazione delle grandi promesse perché sogniamo in grande. Adesso stiamo per sognare davvero in grande’, ha puntualizzato il presidente.

Nelle intenzioni del governo il piano infrastrutturale dovrà essere finanziato sia con fondi federali sia con il coinvolgimento di capitali privati. Tra le ipotesi allo studio c’è quella di attingere alle entrate stimate in 200 miliardi di dollari che il governo federale riceverebbe convincendo le aziende americane a rimpatriare i miliardi di dollari che hanno parcheggiato all’estero; a loro intende fare gola con un’aliquota che potrebbe scendere al 10% dal 35%.

Trump ha spiegato che conta di ottenere il via libera del Congresso al piano per le infrastrutture una volta che saranno conclusi i dibattiti sulla riforma della sanità  e del fisco.

Il vicepresidente Mike Pence, anche lui presente all’incontro, si è detto convinto che sul piano per le infrastrutture ‘il Congresso condivide la visione di Trump’. Anche tra i democratici in effetti non manca chi sostiene questo approccio di sostegno all’economia, anche se è preferito un maggior impiego di fondi federali piuttosto che sgravi fiscali per attrarre capitali privati come suggerito dal presidente in carica.

Stando al ‘Wall Street Journal’, oltre a Musk all’incontro erano presenti gli amministratori delegati del gruppo immobiliare LeFrak e del fondo d’investimento nel real estate Vornado Realty Trust; il cofondatore di Apollo Global Management e il Ceo di General Atlantic (società d’investimento) oltre a rappresentanti dell’organizzazione ambientale Nature Conservancy e di McKinsey, società internazionale di consulenza manageriale.

Moreno Manzi

 

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