Rudy Giuliani, l’avvocato personale del presidente Usa Donald Trump, era in contatto con il segretario di Stato, Mike Pompeo, nei mesi precedenti il brusco richiamo dell’ambasciatore degli Stati Uniti Marie Yovanovitch dall’Ucraina. A rivelarlo sono nuovi documenti pubblicati dal dipartimento di Stato Usa, grazie alla richiesta del gruppo American Oversight che ne aveva fatto richiesta secondo il Freedom of Information Act (Foia). Secondo le carte – che aggiungono un altro tassello al complesso puzzle di contatti che si sta delineando durante il procedimento di impeachment del presidente – Pompeo ha parlato con Giuliani il 26 e 29 marzo.
Il direttore esecutivo di American Oversight, Austin Evers, ha spiegato che i documenti rivelano un chiaro sentiero che va da Giuliani a Trump e Pompeo, per attivare la campagna di diffamazione contro l’ormai ex ambasciatore a Kiev, Yovanovitch. La diplomatica, la settimana scorsa, ha testimoniato davanti alla Camera dicendo di essere stata rimossa, a maggio, con “false accuse”. Il nome di Yovanovitch era apparso nella trascrizione della telefonata del 25 luglio, tra Trump e il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, durante la quale il presidente americano l’aveva definita “sgradevole e negativa”. Ieri, in un’intervista a Fox News, il capo della Casa Bianca ha raccontato che “la donna” (non l’ha mai chiamata per nome) “non volle appendere nella stanza dell’ambasciata” la sua foto. Il presidente ha aggiunto che Giuliani, “non aveva detto cose buone” su Yovanovitch. “Lei parlava male di me, non mi difendeva”, ha aggiunto, “e io ho il diritto di cambiare l’ambasciatore. La regola e’ che tu metti la foto del presidente degli Stati Uniti nell’ambasciata. Questa donna non era un angelo, chiaro?”.