In Usa l’amministrazione Trump cerca in tutti i modi di smantellare l’Affordable Care Act (ACA), la riforma dell’assistenza sanitaria passata alle cronache come Obamacare.
Uno studio ha mostrato che negli adulti tra i 45 e i 65 anni che, per effetto dell’Affordable Care Act, hanno visto aumentare la loro copertura sanitaria i casi di arresto cardiaco extra-ospedaliero si sono ridotti del 17 per cento. Un valore enorme se si considera che in USA ogni anno si registrano 350 mila arresti cardiaci.
L’assicurazione medica consente alle persone di sottoporsi a regolare visite mediche che sono cruciali per la prevenzione delle malattie cardiovascolari e per la diagnosi e il trattamento di condizioni che possono causare un arresto cardiaco.
In Italia godiamo di un servizio sanitario pubblico universale ma in USA l’accesso al sistema sanitario è garantito da coperture assicurative individuali o, per una fetta della popolazione, da un programma di sostegno pubblico.
I Centers for Disease Control and Prevention (CDC) hanno stimato che prima dell’Affordable Care Act quasi 50 milioni di americani (circa il 16 per cento della popolazione) non godevano di alcuna copertura assicurativa e quindi non avevano accesso ai servizi sanitari. In questo scenario, anche l’accesso ai più elementari servizi medici può dare enormi benefici in termini di guadagno di salute. E questo è probabilmente avvenuto con l’Obamacare che ha dimezzato il numero di persone non coperte da assicurazione sanitaria.
Se ne è detto convinto anche Sumeet Chugh, direttore dell’Heart Rhythm Center al Cedars-Sinai Heart Institute di Los Angeles e a capo di un mega-progetto di ricerca che sta cercando di valutare su scala nazionale l’impatto dell’Obamacare sulla prevenzione dell’arresto cardiaco. ‘Questa scoperta sottolinea l’importanza della prevenzione nella battaglia contro l’arresto cardiaco che colpisce quasi 1.000 americani ogni giorno’, ha affermato. Meno del 10 per cento di quote pazienti raggiunge ancora vivo l’ospedale; il più delle volte non si fa neanche in tempo a chiamare il 9-1-1. Per questo, laddove possibile, la prevenzione primaria è vitale.
Questi dati rafforzano la posizione a favore dell’Affordable Care Act e contro il suo ridimensionamento inseguito dall’amministrazione Trump.
In realtà è sempre più in salita la strada per l’approvazione di una riforma sanitaria che cancelli l’Obamacare, come aveva promesso Trump in campagna elettorale. Un senatore repubblicano, Dean Heller, ha annunciato di non poter votare il testo così com’è: ‘Non posso sostenere una legge che leva l’assicurazione sanitaria a decine di milioni di americani’, ha dichiarato Heller in una conferenza stampa nel suo stato del Nevada, a cui ha partecipato anche il governatore repubblicano Brian Sandoval. A complicare le cose, Heller contesta la riforma per motivi opposti ai quattro super conservatori che hanno già annunciato il loro voto contrario, chiedendo tagli aggiuntivi.
In Senato i repubblicani hanno una maggioranza ristretta di 52 voti contro 48, a cui si può aggiungere il voto del vicepresidente Mike Pence in caso di parità. Ma i tentativi di mediazione portati avanti dal leader della maggioranza Mitch McConnell, nella speranza di andare al voto prima della chiusura estiva del 4 luglio, appaiono appesi ad un filo. Le pressioni si sono concentrate su Ted Cruz e Ron Johnson, due dei quattro conservatori contrari. Ma ogni concessione alle loro richieste rischia di alienare il voto di moderati come le senatrici Susan Collins del Maine e Lisa Murkowski dell’Alaska, già contrarie al blocco dei fondi per l’associazione di pianificazione familiare Planned Parenthood.
Moreno Manzi