Alexis Tsipras supera le più rosee previsioni e Syriza, con più della metà dei voti scrutinati, è al 35,5%, percentuale che le permette di eleggere 145 deputati, mentre il centrodestra di Nuova Democrazia segue a grande distanza, con il 28,7% e, al momento, 75 deputati. La principale conseguenza politica del voto è che Syriza, insieme ai Greci Indipendenti di Panos Kammenos, i quali sino ad ora sono al 3,7% con dieci deputati, potranno formare nuovamente, senza bisogno di altri partiti, un nuovo governo. I due riproporranno la stessa alleanza nata a gennaio, forti di una maggioranza di 155 seggi su 300. Lo ha confermato prima Panos Kammenos, leader di Anel, e poi lo stesso Tsipras, che si è portato l’alleato sul palco davanti alla folla di Syriza in tripudio a piazza Klathmonos: ‘E’ una grande vittoria del nostro popolo, è un mandato di quattro anni. Siamo troppo duri per morire, anche se siamo stati presi di mira da tanti’, ha gridato dedicando il successo a coloro che lottano per un altro domani. Il leader di Syriza e Kammenos sanciscono il proseguimento della loro alleanza, basata sulla lotta alla corruzione e alle politiche neoliberiste di austerità. Malgrado il difficile compromesso firmato ad agosto con i creditori, la chiusura delle banche dopo la riduzione della liquidità decisa dalla Bce e la martellante campagna televisiva di molti media contro la sinistra radicale, Syriza rimane protagonista della scena politica greca, e perde meno dell’1% rispetto alle trionfali elezioni di gennaio. E’ un successo personale di Tsipras, che ha promesso di continuare a lottare contro le lobby corrotte, gli intrecci sotterranei tra economia e politica, per superare l’austerità e creare nuovi equilibri in Europa, tanto che tra le bandiere che sventolavano in piazza c’erano anche quelle degli alleati europei, tra cui gli italiani di ‘L’Altra Europa con Tsipras’. Insomma i greci non hanno creduto alla narrativa del ‘tradimento’ dopo il referendum bensì a quella di un primo ministro che ha lottato fino all’ultimo per strappare a Bruxelles, e a Berlino, il miglior accordo possibile. L’affluenza ai seggi è calata e su questo pesa la disillusione palpabile di molti, ma ad oltre metà dello scrutinio ufficiale sembra essersi attestata sopra il 55%. In un solo colpo, il leader della sinistra, che dopo le sue dimissioni ad agosto aveva visto i suoi consensi sgretolarsi nei sondaggi, ha dunque respinto l’assalto dei conservatori di Nea Dimokratia, che si fermano al 28%, ha visto i suoi ex compagni ‘ribelli’ di partito di Unità Popolare fallire nel loro intento di entrare in Parlamento, ed ora si prepara a governare di nuovo la Grecia con la promessa di mitigare l’austerità contenuta del memorandum per le classi meno abbienti e tenere i riflettori accesi sulla madre di tutte le sue battaglie, la rinegoziazione del debito greco. Sino a questo momento, Unità Popolare, con a capo Panagiotis Lafazanis, formazione creata poche settimane fa dai dissidenti di Syriza, non riesce a entrare in parlamento e si ferma al 2,8%, mentre la soglia di sbarramento è in Grecia al 3%. È chiaro che sono rimasti schiacciati tra la scelta realista di chi ha voluto ridare fiducia alla Coalizione della Sinistra Radicale ellenica e chi, nella tradizione della sinistra comunista, è rimasto fedele al Kke. Inutili le sirene dei piccoli partiti socialdemocratici Pasok e Potami che speravano di essere decisivi per una nuova maggioranza. Unica macchia sulla gioia della sinistra di Syriza, l’ennesimo exploit dei neonazisti di Alba Dorata che secondo le proiezioni non solo si confermano terzo partito ma aumentano i loro consensi fino al 7,1%. A Tsipras sono subito arrivati i complimenti del suo avversario diretto, il leader di Nea Dimokratia Vangelis Meimarakis, che ha ammesso la sconfitta: ‘Congratulazioni a Tsipras. Ora può fare il governo che crede’. Tsipras è già al lavoro per il nuovo governo che sarà formato al massimo entro tre giorni e domani mattina riceverà dal presidente della Repubblica l’incarico di formare l’esecutivo.
Cocis