Nessun colore politico, niente bandiere, né schieramenti. Un unico protagonista, Tufino. Quel paese della Campania felix trasformato oggi nel cuore della Terra dei fuochi, che da anni combatte con l’emergenza rifiuti, torna oggi alla ribalta delle cronache. E’ bastato infatti che un personaggio come Antonella Clerici partecipasse ad una campagna di sensibilizzazione, facendosi immortalare, come tanti altri suoi colleghi con un cartello con su scritto “Tufino non deve morire”, perché l’opinione pubblica si risvegliasse dal torpore. Con ritardo, certo, ma non senza motivazione. La scorsa domenica a Tufino amministrazione comunale e cittadini si sono seduti allo stesso tavolo, unendo le proprie idee per raggiungere un unico obiettivo: la salvaguardia della salute. Qualcuno qualche tempo fa ha definito i campani ‘morti viventi’, un epiteto che incute timore, ma che sintetizza una realtà fatta di cifre che raccontano di bambini, adulti ed anziani che ogni anno si ammalano di tumore e per i quali spesso non c’è alcuno scampo. E allora il problema va combattuto sul nascere, ma bisogna poggiarsi su basi solide. Di qui dunque l’idea, lanciata a più voci dai rappresentati politici presenti alla Sala Consiliare del Comune di Tufino, tra cui il consigliere Claudio Ferone, Giuseppe Russo e Nicola Di Mauro e approvata senza riserve dal sindaco Mascolo, di formare un comitato che veda uniti amministrazione, cittadini e chiunque fosse interessato, nella promozione di analisi sul territorio che documentino il tasso e la tipologia di inquinamento, principale motivo di morte nel nostro territorio. In questo modo si avrebbe possibilità di avviare un’attività congiunta con altri paesi dell’area compresa tra Napoli e Caserta, per poter disturbare il presidente Caldoro, chiedendogli di documentare l’operato delle amministrazioni degli ultimi 20 anni,e di promuovere, visto che per motivi sconosciuti ancora non è stato fatto, una campagna di bonifica dei ‘terreni malati’.
A tal fine però è necessario abbattere il muro dell’omertà. Perché in fondo quella dei rifiuti tossici sotterrati sotto le nostre case, i nostri terreni e i nostri centri commerciali è una realtà taciuta per anni, ma che oggi torna attuale, dopo le dichiarazioni del pentito Carmine Schiavone. Ma per quanto dovremo aspettare che qualche camorrista in pensione, dilaniato dai sensi di colpa, riveli lo squallore delle proprie attività letali, prima di agire?
La Campania ha detto basta, Tufino ha detto basta, Nola ha detto basta. Il prossimo 19 ottobre a Piazza d’Armi a Nola si svolgerà una manifestazione che coinvolge scuole, associazioni, diocesi e cittadini, tutti animati dalla voglia di riscattarsi da un futuro di ‘morte’, così come procrastinato da innumerevoli esperti.
Il sonno della ragione genera mostri, diceva Rousseau un po’ di tempo fa e questa è l’occasione giusta per destarsi. Documentare la realtà e denunciarla è il primo passo verso la riconquista dell’inviolabile ‘diritto alla vita’.
Carmela Iovino