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Quattro milioni di turisti hanno visitato la Tunisia da gennaio 2015 al dieci settembre. Un bilancio in negativo per il paese arabo con un decremento di un milione di visitatori rispetto allo stesso periodo del 2014. A darne notizia è il ministro del Turismo, Salma Elloumi Rekik, durante un incontro con una delegazione di turisti belgi a Gammarth avvenuto ieri. Il ministro ha inoltre evidenziato all’agenzia di stampa Tap che il numero dei turisti europei è calato di quasi il 50%. Questo crollo significativo è dovuto in gran parte agli attacchi terroristici del Bardo (18 marzo 2015) e di Susa (26 giugno 2015), ha spiegato Elloumi Rekik. Dopo questi avvenimenti, infatti, sono state numerose le cancellazioni delle prenotazioni. Ma Tunisi non è rimasta con le mani in mano. E difatti nelle prime due settimane di settembre la Guardia Nazionale ha dato avvio a una campagna di sicurezza nella Capitale tunisina e lungo la ‘Grande Tunisi’, formate dalle località di Ariana, Manouba e Ben Arous. Il risultato è stato il fermo di una ventina di persone ricercate e il sequestro di vari veicoli sospetti, ha spiegato il ministro degli Interni Mohamed Najem Gharsalli. Simili controlli sono stati condotti anche bordo dei treni della società ferroviaria nazionale. Lo stesso Gharsalli giorni fa ha dato poi notizia di un blitz condotto dall’esercito e dalla polizia tunisina contro il terrorismo sui monti di El Kef, lungo il confine algerino, dove è stato scoperto un campo usato da alcuni jihadisti. Ma il pericolo per la Tunisia viene anche dalla rete. I tecnici del ministero delle Tecnologie e dell’Economia digitale stanno tenendo d’occhio dalle 500 alle 1000 pagine sui social network sospettate di avere contatti con il terrorismo. Questa azione, ha spiegato il ministro delle Tecnologie Noomen Fehri, viene svolta in collaborazione con vari ministeri dalla Commissione sulla sicurezza elettronica e rientra nella lotta al terrorismo e in particolare al cyberterrorismo.
Alessandro Moschini
