Al Teatro dell’Opera di Roma è finalmente in scena, una nuova grandiosa produzione della Turandot di Puccini, si tratta della produzione sospesa due anni fa per il lockdown imposto dalla pandemia. Il poliedrico artista Ai Weiwei ne firma la regia, le scene, i costumi e i video. Sul podio l’ucraina Oksana Lyniv, sostenuta dal grande affetto del pubblico, conduce in maniera viva, brillante e serrata, con forza ed orgoglio, l’ultima opera del maestro toscano.
Il regista racconta la visione occidentale dell’Oriente, un suo personalissimo “tempo delle favole” così come recita il libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni. Si assiste a una performance contemporanea in cui il movimento è affidato alle video proiezioni sul fondo della scena, le immagini che scorrono sono molto varie: dall’omaggio al personale sanitario impegnato nei terribili momenti della pandemia, a scene di guerra; da elementi puramente iconografici che rimandano a “La Commedia Umana” l’installazione che il regista ha recentemente presentato alle Terme di Diocleziano, a rasserenanti paesaggi urbani europei. Agli interpreti è richiesta la quasi immobilità, prevale il senso ieratico dell’essenzialità nella narrazione, l’assenza di grandi movimenti concentra l’attenzione sul significato delle parole e della musica.
Sulla scena è protagonista una immensa scalinata a più livelli su cui Weiwei inserisce dei grandi vuoti fisici che formano la mappa del mondo, negli spazi ricavati per i continenti sosta il coro, congelato nello spazio ma non nel tempo, i costumi infatti sono cronologicamente trasversali. In questa opera il coro è un personaggio essenziale, rappresenta un popolo con tutta la sua forza espressiva. Superlativa come sempre la prestazione artistica del Coro del Teatro dell’Opera di Roma diretto dal Maestro Gabbiani.
Turandot appare in silenzio nel primo atto, per sancire la morte del principe di Persia, avvolta in una crisalide bianca che libererà la sua farfalla gelida e crudele durante la sua prima ed iconica aria “In questa reggia” che Ewa Vesin interpreta magistralmente, mostrando facilità negli acuti e grande omogeneità nelle sonorità centrali.
Angelo Villari nei panni del principe Calaf ha un piacevolissimo timbro all’italiana, muscolare nelle ripetizioni e romantico nella celebre aria notturna del “Nessun dorma” eseguita su una piattaforma rotante che svela l’immagine del “gnothi sauton” significativo mosaico romano che ricorda la caducità della vita.
Alessio Verna, Enrico Iviglia e Pietro Picone sono rispettivamente Ping, Pang e Pong, figure discendenti dalle maschere tradizionali presenti nella commedia originale di Carlo Gozzi a cui a questa opera si ispira, le loro interazioni musicalmente molto complesse riescono a mantenere grande espressività.
Marco Spotti nei panni di Timur, è reso irriconoscibile da un magistrale make-up che lo restituisce come l’anziano padre ritrovato del principe ignoto. Molto credibile nel suo ruolo vocale.
Adriana Ferfecka segna il suo debutto nel ruolo di Liù e lo fa al meglio, disegna il personaggio con tutti i colori del caso, incantevole la cura nei finali di frase. Grandissima la commozione del pubblico durante la sua ultima aria “Tu che di gel sei cinta”.
Turandot è l’ultima opera della produzione pucciniana, rimasta incompiuta e in questo caso se ne esegue la versione originale, senza cioè il finale postumo scritto da Franco Alfano. Si conclude infatti con la morte di Liù e la lunga ed acuta nota dell’ottavino che amplifica la sensazione di gelo e drammaticità.
Il pubblico del Costanzi per la replica del 25 marzo, ha tributato lunghissimi applausi a tutto il cast. L’opera rimarrà in scena fino a giovedì 31 marzo.
TURANDOT
Musica di Giacomo Puccini
Dramma lirico in tre atti e cinque quadri. Libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni. Prima rappresentazione assoluta, Teatro alla Scala di Milano, 25 aprile 1926
DIRETTRICE Oksana Lyniv
REGIA, SCENE, COSTUMI, VIDEO Ai Weiwei
MAESTRO DEL CORO Roberto Gabbiani | LUCI Peter van Praet | MOVIMENTI | COREOGRAFICI Chiang Ching
PRINCIPALI INTERPRETI: TURANDOT Oksana Dyka / Ewa Vesin 25, 27, 29, 31 | L’IMPERATORE ALTOUM Rodrigo Ortiz * | TIMUR Antonio Di Matteo / Marco Spotti 25, 27, 29, 31 | IL PRINCIPE IGNOTO (CALAF) Michael Fabiano / Angelo Villari 25, 27, 29, 31 | LIÚ Francesca Dotto / Adriana Ferfecka 25, 27, 29, 31 | PING Alessio Verna | PANG Enrico Iviglia | PONG Pietro Picone | UN MANDARINO Andrii Ganchuk** | IL PRINCIPE DI PERSIA Chao Hsin | VOCE DEL PRINCIPE DI PERSIA Giuseppe Ruggiero 22, 24, 26, 29 / Andrea La Rosa 25, 27 / Leonardo Trinciarelli 30, 31
* dal progetto “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma
** diplomato “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma
Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma, con la partecipazione della Scuola di Canto Corale del Teatro dell’Opera di Roma. Nuovo allestimento Teatro dell’Opera di Roma con sovratitoli in italiano e inglese
Ph. @fabrizio.sansoni
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Loredana Margheriti