Una sentenza senza precedenti quella espressa dall’Alta Corte penale di Mardin, in Turchia, che ha condannato per violenza sessuale 26 uomini che nel 2002 hanno aggredito una ragazzina di soli 12 anni. Fin qui nulla di strano se non fosse che i giudici hanno stabilito che la bambina fosse consenziente.
In realtà la decisione della corte turca, aveva già destato scalpore a inizio 2011, quando gli imputati vennero condannati alla reclusione da uno a sei anni. La ridotta gravità della pena veniva giustificata con il fatto i rapporti erano avvenuti con il consenso della vittima. A fine 2011 la Cassazione aveva annullato parzialmente il processo, ordinando di rifarlo.
La Corte d’Appello ha inasprito le pene, ma ha confermato che la bambina era consenziente. La legge turca fissa l’età del consenso per i rapporti sessuali a 18 anni, con eccezioni previste dalla legge sulla violenza sessuale dai 15 ai 17 anni. I giudici di Mardin invece hanno stabilito che la bambina ha dato il suo consenso anche se di età decisamente inferiore alla soglia di legge.
La vittima, N.C., nel 2002 aveva denunciato alla polizia di Mardin 31 violentatori. Dei 31 indagati iniziali 26 furono incriminati per violenza carnale, di questi 23 finirono agli arresti. All’inizio del processo di primo grado tutti gli imputati, tra cui funzionari pubblici, furono scarcerati.
Erdal Kuzum, uno degli avvocati della ragazza, ha detto “è graficante che il colpevoli siano stati puniti e che giustizia sia stata fatta, anche se solo in parte. Resta il fatto che la decisione della Corte non soddisfa il senso della giustizia”. Seyma Urper Gokce, un altro avvocato della vittima, ha detto che l’unica cosa positiva è che il procedimento si sia concluso e che la sua cliente non subirà più danni psicologici dal processo.
Dopo la decisione del tribunale di primo grado di rilasciare tutti gli imputati, N.C., che allora aveva 13 anni, scrisse all’allora ministro della Giustizia, Cemil Cicek, chiedendogli: “Ha dei figli? Che cosa farebbe se sua figlia subisse una cosa del genere? Cosa penserebbe, come reagirebbe? Piangerebbe tutti i giorni. Tutti gli imputati per la mia vicenda sono liberi. E la mia vita?”