Un terzo della spesa per le vacanze in Italia e’ destinato alla tavola e con l’arrivo del pass vaccinale per i turisti occorre procedere alla riapertura dei servizi di ristorazione, anche per l’avanzare della campagna di vaccinazione e la riduzione del numero di contagi. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’annuncio del premier Mario Draghi dell’entrata in vigore dal 15 maggio del pass verde nazionale per favorire il turismo. Attualmente – sottolinea la Coldiretti – sono aperti solo centoquarantamila bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi con attivita’ all’aperto nelle regioni gialle dove e’ possibile il servizio al tavolo all’esterno ma pesa anche il limite fissato del coprifuoco alle 22 per tutti, sia nelle citta’ che nelle campagne e nelle localita’ turistiche. In altre parole resta chiusa piu’ della meta’ dei servizi di ristorazione presenti in Italia. Il cibo batte l’alloggio ed e’ diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia per un importo complessivo stimato prima dell’emergenza Covid in oltre 30 miliardi all’anno tra ristoranti, pizzerie o agriturismo, spese per l’acquisto di alimenti nelle abitazioni private o di souvenir del gusto da riportare a casa.
Il cibo – continua la Coldiretti – rappresenta per molti turisti la principale motivazione del viaggio in Italia che e’ il solo Paese al mondo che puo’ contare primati nella qualita’, nella sostenibilita’ ambientale e nella sicurezza della propria produzione agroalimentare che ha contribuito a mantenere nel tempo un territorio con paesaggi di una bellezza unica. La spesa in vacanza per il cibo lo scorso anno per la pandemia Covid e’ scesa del 58%, il minimo da almeno un decennio e gli effetti delle difficolta’ delle attivita’ di ristorazione si sono fatti sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualita’ che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione – precisa la Coldiretti – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato. Senza turismo sono a rischio anche i 5.266 i tesori alimentari tradizionali dei borghi d’Italia custoditi da generazioni dagli agricoltori e salvati per sostenere la rinascita del Paese. L’assenza di turisti stranieri e italiani ha un impatto pesante sulla sopravvivenza di tesori agroalimentari unici al mondo legati alla storia e all’economia dei territori, che sono il simbolo della grande creativita’, tradizione, qualita’ e sicurezza alla base del successo del Made in Italy nel mondo. Una patrimonio da salvare che – conclude la Coldiretti – non ha solo un valore economico ma anche storico, culturale ed ambientale e che garantisce la sopravvivenza della popolazione anche nelle aree interne piu’ isolate proprio nel momento in cui con il Covid pone l’esigenza di cambiare la distribuzione demografica della popolazione e ridurre la concentrazione nei grandi centri urbani.