Gode di buona salute il turismo in Italia dove nel 2017 si sono registrati: il +5.3% degli arrivi, mentre per le presenze (+4,4%) si è assistito per la prima volta al superamento della componente internazionale (210.658.786) rispetto a quella nazionale (209.970.369). Sono alcuni dati pubblicati nel ‘ XXII Rapporto sul turismo italiano ’, curato dall’Istituto di ricerca su innovazione e servizi per lo sviluppo del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iriss).
Il documento è stato presentato a Milano subito dopo la cerimonia di apertura della Borsa Internazionale del Turismo (BIT 2019). “Il quadro è positivo anche con riferimento al 2018 se si guardano le presenze rilevate presso gli esercizi ricettivi che, secondo le stime dell’Istat, si attestano tra 425 e 430 mln, raggiungendo un nuovo record rispetto a quello registrato nell’anno precedente (420,6Mln). Per il 2019, si stima un ulteriore aumento degli arrivi (+4%)”, commenta Alfonso Morvillo , direttore del Cnr-Iriss.
La dinamica dei flussi ha influito positivamente anche sulle grandezze economiche. “Se si tiene conto degli effetti indotti, il volume d’affari nel 2017 è stato pari a circa 108,2 miliardi (+5%), vale a dire il 7,0% di quello prodotto complessivamente in Italia, quasi quattro volte derivato dal comparto agricolo-alimentare e circa 4,5 volte quello proveniente dal tessile-abbigliamento, moda compresa”, continua Morvillo.
La spesa nazionale complessiva è caratterizzata per il 39,2% dalla componente internazionale e per il 60,8% da quella ‘nostrana’, mentre l’occupazione ha raggiunto la soglia di circa 3,5 milioni di unità di lavoro, pari al 13,9% del totale nazionale.
Se si considera il comparto del turismo allargato, (consumi dei turisti, spese e gli investimenti delle aziende, spese del Governo Centrale e dei Governi Locali nel settore), il valore aggiunto risulta pari a circa 195,99 miliardi di euro: il 12,7% del PIL complessivo del Paese.
Non mancano tuttavia delle criticità se si guarda al posizionamento competitivo dell’Italia. “In particolare, la quota di mercato relativa agli arrivi internazionali se calcolata su scala globale mostra un incremento (dal 4,2% al 4,4%), mentre se riferita ai paesi dell’Europa mediterranea evidenzia un calo (dal 22,1% al 21,8%), attestandosi al valore più basso rispetto agli ultimi 25 anni. Inoltre è stata rilevata una concentrazione geografica della spesa nazionale del settore: Lombardia, Lazio, Toscana, Veneto ed Emilia-Romagna esprimono oltre la metà (54,3%), della spesa di provenienza esterna alle stesse”.
Il Rapporto, in coerenza con quanto sostenuto nell’Historic Urban Landscape dell’Unesco, sottolinea anche la necessità di realizzare politiche finalizzate alla valorizzazione del genius loci e allo sviluppo di nuove forme di sostenibilità, il che introduce un nuovo modo di interpretare il turismo, sempre più legato al concetto di slow , inteso come desiderio di venire a contatto con persone e culture locali, alla ricerca dell’autenticità dei luoghi nell’esperienza di visita.
Su questi temi si è svolta una tavola rotonda, moderata da Gennaro Sangiuliano (direttore del Tg2), a cui hanno parteciperanno Alessandra Priante (capo ufficio relazioni internazionali Mipaaft ), Giorgio Palmucci (presidente Confindustria alberghi ), Marina Lalli (vice presidente Federturismo), Alberto Corti (direttore Confturismo), Vittorio Messina (presidente Assoturismo), Joseph Ejarque (presidente Tourism), Gianpiero Lotito (ceo FacilityLive ), Emilio Becheri (direttore Turistica) e Nicola Ciccarelli (t-Forum), Silvia Di Sante ( Istat), Mara Manente ( Ciset) Flavia Maria Coccia ( Isnart), Roberto Micera ( Cnr Iriss), Pio Grollo ( Studio Trend), Oriana Cuccu ( Nuvap – Presidenza del Consiglio dei Ministri).
Milano, 10 febbraio 2019