Turismo torna indietro di 30 anni, -78 milioni di arrivi

Il 2020 si e’ chiuso con 78 milioni di arrivi e 240 milioni di presenze turistiche in meno in Italia a causa dell’emergenza Covid: un bilancio che riporta il turismo indietro di 30 anni. E anche se la voglia di vacanza sta tornando tra gli italiani, e uno su quattro pensa di concedersi un piccolo break entro febbraio, solo pochi lo hanno effettivamente pianificato e di ferie vere e proprie se ne parlera’ a luglio. A lanciare l’allarme e’ Confturismo-Confcommercio sulla base dei dati rilevati dall’indice Swg che, dopo il record negativo di novembre, recupera 9 punti e si attesta a 48 su una scala da 0 a 100. “Il 2020 si chiude con meno 78 milioni di arrivi e meno 240 milioni di presenze turistiche in Italia, ai quali va aggiunta l’ulteriore perdita dei circa 36 milioni di italiani che non sono andati all’estero. Le lancette dell’orologio del turismo sono tornate indietro di 30 anni”, avverte Luca Patane’, presidente di Confturismo Confcommercio. “Eppure, non solo nella legge di bilancio 2021 per il turismo c’e’ ben poco ma ad oggi non abbiamo visto neanche un progetto vero e proprio per il settore nella pianificazione per accedere al Recovery Fund – prosegue Patane’ – Confturismo-Confcommercio ha presentato da tempo proposte a tutti i livelli ma, concretamente, non e’ accaduto nulla, neanche la piu’ volte annunciata apertura del tavolo per aggiornare il Piano strategico del turismo, fermo al 2017. E’ ora di consultarci, di considerare le nostre proposte, di investire sulle nostre imprese, altrimenti sara’ il Paese, non solo il nostro settore, a pagarne pesantissime conseguenze”.

Dall’indagine Swg emergono due scenari ben distinti. Il primo, spiega Confturismo-Confcommercio, “e’ quello a breve scadenza, entro fine febbraio, con 1 intervistato su 4 che prevede di concedersi una pausa di massimo 3 giorni in Italia. Un’idea, piu’ che un vero e proprio programma di vacanza, visto che, fra questi, il 72% non ha ancora scelto la destinazione ne’ tanto meno prenotato, e la stragrande maggioranza delle preferenze si indirizzano verso seconde case di proprieta’ o di amici. Insomma, non e’ turismo”. Il secondo, osserva l’organizzazione delle imprese, “e’ quello delle previsioni a piu’ lunga scadenza, dove gli italiani sembrano puntare a una vacanza di 3/7 giorni tra giugno e luglio, nel 28% dei casi, e di oltre 7 giorni tra luglio e settembre, per uno su due. Questo naturalmente a patto che l’epidemia torni davvero sotto controllo, non ci siano nuove ondate di contagi e il vaccino funzioni come si spera. Nel complesso, sono sempre le localita’ di mare ad attrarre di piu’ per i progetti di vacanze, soprattutto se di maggiore durata, mentre per quelle piu’ brevi le citta’ d’arte – soprattutto di Toscana, Lazio ed Emilia Romagna – scelte dal 17% degli intervistati, tornano finalmente a competere con la montagna: un guizzo di positivita’ per la tipologia di destinazione piu’ duramente colpita dalla crisi Covid”. Mentre, “per i viaggi all’estero il panorama si restringe ancora di piu’. In bilancio si’, ma da primavera in poi, per 1 Italiano su 4 e quasi esclusivamente in Europa, dove la Grecia si conferma fortemente attrattiva. Il ritorno alla mente degli italiani di destinazioni del medio-lungo raggio, come il Mar Rosso, gli Stati Uniti e tutta l’area caraibica, a partire da Cuba e Santo Domingo, anche se riguarda solo 6 intervistati su 100, lo prendiamo come un buon auspicio per il nostro sistema del turismo organizzato: non puo’ valere nulla di piu’, almeno per ora”.

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