Il suo ritorno è atteso: Don’t Look Up di Adam McKay dove con Jennifer Lawrence interpreta una coppia di astronomi (lui con barbone vintage, lei in caschetto nero) che devono avvertire il pianeta dell’arrivo di una cometa, in un filmone di fantascienza umoristica prodotto da Netflix che vede nel cast anche Cate Blanchett, Meryl Streep, Chris Evans, Timotheè Chalamet.
Leonardo DiCaprio, pochi attori nel mondo hanno una carriera come la sua, ha una lista di progetti in preparazione che vanno da Joe Petrosino (La mano nera, dal libro di Stephen Talty) a Killers of the Flower Moon dove sarà diretto ancora una volta da Martin Scorsese che lo ha già prenotato anche per il film successivo, sul presidente degli Stati Uniti Theodor Roosevelt. A Esquire in un’intervista di pochi giorni fa ha citato due film italiani: 8 e mezzo e Ladri di biciclette di Fellini tra i suoi 10 film del cuore (ci sono anche 2001 Odissea nello spazio, Taxi Driver e persino Miyazaki con la Principessa Mononoke).
Nel nuovo documentario “Leonardo DiCaprio: Most Wanted!”, in streaming gratuito su Arte in italiano, Henrike Sandner ripercorre la storia di un successo mondiale. Dal Titanic di James Cameron ai ruoli più oscuri della maturità, la rappresentazione documentata e toccante di un attore virtuoso nonché un cittadino impegnato nella lotta contro il riscaldamento globale.
Il successo planetario a 23 anni grazie al ruolo dell’artista squattrinato Jack Dawson interpretato in Titanic (1997) fu, per sua stessa ammissione, “una secchiata d’acqua gelida” e diede il via a quel delirio collettivo ribattezzato all’epoca “Leomania”. Così, mentre il suo volto compare sui tabloid di tutto il mondo che cercano di capire se con Camila Morrone arriverà all’altare, il documentario ripercorre la carriera attraverso estratti di film, filmati e interviste d’archivio, approfondimenti con critici cinematografici e giornalisti come Katja Nicodemus, Tim Cogshell e Brigitte Steinmetz e registi che lo hanno diretto come Michael Caton-Jones e Agnieszka Holland.
Dal documentario di Sandner emerge così un Leonardo DiCaprio che sa farsi “medium” e lasciar entrare lo spirito dei suoi personaggi. Solo loro, però: il Leo privato è come un territorio inesplorato, inaccessibile. Star del cinema da oltre 35 anni, DiCaprio preferisce far parlare di sé per i suoi ruoli e per il suo impegno ambientale.
Incoraggiato dai suoi genitori, Leonardo DiCaprio è apparso in giovane età in diverse serie americane e, poco più che ventenne, già affiancava Robert De Niro sul set di This Boy’s Life, diretto da Michael Caton-Jones. Il ruolo secondario accanto a Johnny Depp in What’s eating Gilbert Grape gli è valso immediatamente la sua prima nomination agli Oscar.
Il successo mondiale arriva sulla prua del Titanic, film cult di James Cameron, con cui a 23 anni Leo acquisisce lo status di superstar: addirittura, i parrucchieri in Afghanistan offrono ai clienti l’acconciatura ispirata a quella del protagonista Jack Dawson.
Ma DiCaprio non vuole essere solo una meteora, vuole affermarsi e mostrare il suo talento: per questo ricerca ruoli più maturi e registi classici, sta lontano dai vizi in cui tutti si aspettano che cada un artista così giovane e di successo e proprio in quest’ottica vieta la circolazione di “Don’s plum”, un cortometraggio in bianco e nero in cui compare anche Tobey Maguire, girato nel 1995 e ambientato in un sudicio diner della periferia di Los Angeles.
Arriva così all’incontro e al sodalizio con i suoi maestri, Martin Scorsese in primis, di cui diventa l’attore preferito negli anni 2000: per lui interpreta l’irlandese Amsterdam Vallon (Gangs of New York), l’imprenditore e aviatore Howard Hughes (Aviator), lo spregiudicato broker Jordan Belfort (The Wolf of Wall Street). Si getta a capofitto nelle scene, con tempismo e controllo, abilità e tecniche impeccabili, e conquista i più grandi registi, da Steven Spielberg a Quentin Tarantino, passando per Christopher Nolan. Nel 2016, il suo lavoro viene finalmente premiato con l’Oscar al miglior attore protagonista per The Revenant di Alejandro González Iñárritu, in cui viene messo al centro il complesso rapporto tra uomo e natura.
Un tema che a DiCaprio è decisamente caro: dal 1998, anno in cui fonda la Leonardo DiCaprio Foundation, la superstar si impegna infatti in difesa dell’ambiente, scendendo in piazza per protestare per la politica climatica devastante degli Stati Uniti, cercando alleati forti per la tutela del clima, producendo documentari a proposito della salvaguardia dell’ambiente. Nel 2014 è diventato ambasciatore ONU e più recentemente si è rivolto al nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden, con una lettera, firmata anche da Mark Ruffalo e Natalie Portman, in cui pone al centro dell’attenzione il problema ambientale.