Ventiquattro giorni dopo l’inizio della guerra in Ucraina, Mosca minaccia l’Italia di conseguenze irreversibili in caso di altre sanzioni, secondo quanto dichiarato da Alexei Paramonov, direttore del dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo. Secca la replica della Farnesina che ha respinto “con fermezza le dichiarazioni minacciose di Paramonov”, invitando il ministero degli Esteri russo ad “agire per la cessazione immediata dell’illegale e brutale aggressione nei confronti dell’Ucraina”.
Alta tensione tra Russia e Italia in seguito alla guerra in Ucraina e alle relative sanzioni imposte dall’Occidente verso Vladimir Putin. Dopo le minacce dirette al nostro Paese, il governo russo ha alzato la posta in gioco e ha citato direttamente il ministro italiano Lorenzo Guerini.
Il ministro degli Esteri russo: “Il ministro Guerini è un falco della campagna antirussa”
“Le sanzioni non sono una nostra scelta. Non vorremmo che la logica del ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire, che ha dichiarato la ‘totale guerra finanziaria ed economica’ alla Russia, trovasse seguaci in Italia e provocasse una serie di corrispondenti conseguenze irreversibili“. Lo ha detto all’agenzia Ria Novosti Alexei Paramonov, direttore del dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo, citando anche il ministro Guerini.
Sfugge comunque che dichiarazioni analoghe furono fatte venti giorni prima da Vladimir Putin.
“In accordo con l’accordo raggiunto a livello di Presidente della Russia e Presidente del Consiglio dei Ministri d’Italia nel marzo-aprile 2020, all’Italia è stata fornita un’assistenza significativa attraverso il Ministero della Difesa, il Ministero dell’Industria e Commercio e Ministero della Salute della Russia. A proposito, una richiesta di assistenza alla parte russa fu inviata allora anche dal ministro della Difesa italiano Lorenzo Guerini, che oggi è uno dei principali ‘falchi’ e ispiratori della campagna antirussa nel governo italiano”, ha attaccato Paramonov.
Dura la replica del ministero degli Esteri italiano che “respinge con fermezza le dichiarazioni minacciose di Paramonov” e invita il ministero degli Esteri russo ad “agire per la cessazione immediata dell’illegale e brutale aggressione nei confronti dell’Ucraina, che la Farnesina condanna fortemente”.
“L’Italia, con i partner europei ed internazionali – sottolinea la Farnesina in una nota – continuerà a esercitare ogni pressione affinché la Russia torni nel quadro della legalità internazionale”.
“Non diamo peso alla propaganda – ha risposto il ministro della Difesa Lorenzo Guerini. Incoraggiamo invece ogni passo politico e diplomatico che metta fine alle sofferenze del popolo ucraino. L’Italia è a fianco dell’Ucraina e continuerà ad esserlo”.
Enrico Letta, segretario del Pd, ha dichiarato in un tweet: “Il Ministero degli Esteri russo piega a propaganda di guerra anche il dramma Covid nell’attaccare con farneticazioni inaccettabili il Ministro Lorenzo Guerini. Il nostro sostegno è ancora più convinto e diventa legittimo dubitare delle reali intenzioni di quelle missioni di aiuto sanitario”.
Dura replica anche da parte di Piero Fassino, presidente della Commissione Esteri della Camera e deputato Pd, che ha affermato: “L’Italia è al fianco dell’Ucraina che sta difendendo la sua libertà. Non ci faremo intimidire da minacce inaccettabili e irricevibili provenienti da chi ha invaso una nazione sovrana, violando ogni principio di convivenza tra le nazioni e di diritto internazionale”.
“Imbarazzante la mistificazione della realtà da parte di Alexei Paramonov, portavoce di Mosca. Putin con l’invasione violenta e ingiustificata dell’Ucraina ha gettato via oltre trent’anni di sforzi diplomatici e di relazioni culturali, politiche ed economiche non solo con l’Italia ma con tutte le democrazie del pianeta. Quindi la Russia lasci stare le minacce al ministro Guerini cui va tutta la nostra solidarietà, e rinunci alla guerra come modalità per discutere con i suoi vicini. Altrimenti in Europa e non solo troverà sempre più falchi e meno colombe”. Lo ha scritto sui social il presidente di Italia Viva e vicepresidente della Camera Ettore Rosato.
Il presidente Zelensk ha chiesto a Putin “colloqui di pace, senza indugio”. Ma l’omologo di Mosca ha respinto l’ipotesi: “Prima ancora di menzionare una riunione tra i due leader – afferma il capo negoziatore russo, Vladimir Medinsky -, le delegazioni di negoziatori devono preparare e concordare il testo di un trattato”. Solo dopo, quindi, si potrà parlare di una possibilità di incontro tra i due presidenti.
Lo stato maggiore russo, nel frattempo, ha annunciato di aver usato un nuovo missile ipersonico in un attacco in Ucraina in un attacco effettuato due giorni fa. È la prima volta che quest’arma viene impiegata in combattimento.
Il missile ipersonico adoperato si chiama Kinzhal (significa “pugnale”), sarebbe stato utilizzato nell’attacco ad un grande bunker sotterraneo nel sud-ovest dell’Ucraina.
È una delle armi segrete russe di ultima generazione il missile ipersonico Kinzhal, utilizzato per la prima volta nel conflitto ucraino per distruggere un deposito di munizioni sotterraneo nell’ovest del Paese. Si tratta di un particolare tipo di missile in grado di raggiungere velocità elevate e di evitare così la contraerea avversaria.
I missili ipersonici, più veloci dei supersonici perché in grado di superare di almeno cinque volte la velocità del suono (detta Mach 1), rappresentano una delle aree di maggior sviluppo dell’industria bellica.
Sono, infatti, manovrabili e precisi come i missili da crociera, ma dotati della velocità e della grande capacità distruttiva dei missili balistici.
Sviluppato negli anni 2010 e lanciato in via sperimentale per la prima volta nel 2018, il Kinzhal è stato progettato per colpire portaerei ed incrociatori, ma è evidentemente efficace anche per obiettivi terrestri.
Tra i punti di forza dell’arma c’è l’alta velocità che può raggiungere, stimata in prossimità del bersaglio tra 10.620 e 12.250 km/h (Mach 10), con la possibilità di compiere manovre evasive che consentono di eludere la controffensiva.
Lungo circa nove metri con un diametro di un metro, ha una gittata massima tra i 1.500 e i 2.000 chilometri. Ha un peso di lancio di circa 4.300 chili e può disporre di differenti tipi di testata: convenzionale, termonucleare e termobarica.
«Il suo ruolo nella deterrenza non nucleare è nelle prime fasi di una escalation. Tuttavia è inteso primariamente come arma nucleare», si legge in un recente articolo del Center for Strategic and International Studies.
Questa tipologia di missile può essere aviotrasportata da Mig appositamente modificati. La Russia ha annunciato nel dicembre 2021 di aver dislocato la prima flotta di Mig equipaggiati con missili Kinzhal nell’aeroporto di Akhtubinsk, nel sud del Paese, con lo scopo di proteggere l’area del Mar Nero.
Oggi esistono missili in grado di superare anche la velocità Mach 20, grazie allo sviluppo di nuovi materiali che resistono alle altissime temperature raggiunte durante il volo. Russia e Cina, ma anche la Corea del Nord, stanno spingendo sul loro sviluppo per eludere i sistemi antimissile di ultima generazione realizzati dagli Stati Uniti e ripristinare l’equilibrio nella deterrenza nucleare.
Bombardamenti e combattimenti imperversano in tutta l’Ucraina, soprattutto per l’ambita città di Mariupol. Le forze armate ucraine hanno annunciato di aver perso l’accesso al mare di Azov, come rende noto lo Stato Maggiore dell’esercito ucraino, spiegando che si tratta di una conseguenza dell’assedio russo di ieri. Il consigliere del ministro degli Affari interni Vadym Denisenko, parlando a Rada Tv, ha descritto la situazione come “catastrofica. Ci sono combattimenti in corso per Azovstal. Sulla base dei dati disponibili, possiamo dire che ha abbiamo perso questo colosso economico, uno dei più grandi impianti in Europa è andato distrutto”. La presa di Mariupol rappresenterebbe una svolta importante nella guerra e consentirebbe alla Russia di garantire la continuità territoriale tra le sue forze provenienti dalla Crimea annessa (sud) e le truppe del Donbass (est).
Il presidente ucraino in un video messaggio postato ha chiesto di trovare il prima possibile un accordo per la pace. Poi fatto anche riferimento allo stadio Luzhniki di Mosca, gremito di persone, a cui si è rivolto il leader del Cremlino per l’ottavo anniversario dell’annessione della Crimea da parte della Russia. “C’è stata una grande manifestazione e voglio soffermarmi su un dettaglio – ha detto il leader di Kiev -: l’evento ha attirato 200mila persone: 100mila per le strade e quasi 95mila nello stadio. Circa lo stesso numero di truppe russe è stato coinvolto nell’invasione dell’Ucraina”. “Immaginiamo solo che ci sono 14mila corpi e altre decine di migliaia di feriti e mutilati in quello stadio di Mosca – ha concluso -. Ci sono già così tante vittime russe in questa invasione. Questo è il prezzo della guerra in poco più di tre settimane. La guerra deve finire”.