Un manifesto per sostenere la lotta al popolo ucraino che ha già raccolto l’adesione di ex sindacalisti e intellettuali. A lanciarlo l’ex sindacalista e politico Raffaele Morese. “Dobbiamo tutti pretendere la tregua immediata e chiedere alle Istituzioni nazionali e internazionali di tentare in ogni maniera di far dialogare la vittima e l’aggressore per ottenere una pace duratura. Ma non si può stare con le mani in mano”, si legge nel testo firmato tra gli altri da Pier Paolo Baretta, Giorgio Benvenuto, Cecilia Brighi, Gian Piero Castano, Mario Colombo, Cesare Damiano, Anna Maria Furlan, Franco Lotito, Bruno Manghi, Renato Matteucci, Enzo Mattina e Tiziano Treu. Bisogna potenziare “l’aiuto umanitario dentro e fuori quella Nazione, rifornendo le strumentazioni militari nei limiti decisi militari dall’Europa in risposta alla richiesta dei suoi legittimi rappresentanti per difendersi fino allo stremo, utilizzando le sanzioni economiche soprattutto colpendo in modo sempre più selettivo le ricchezze di persone e di imprese che fanno parte delle oligarchie russe. Nello stesso tempo, va intensificata una tenace ricerca del dialogo diplomatico tra le grandi potenze del mondo, l’Ucraina e la Russia per porre fine al conflitto in corso e alle sue disumanità.” Il manifesto prende anche posizione contro l’idea di mettere insieme “il sincero pacifismo di migliaia e migliaia di persone attorno alla parola d’ordine “né con Putin, né con la Nato”, che ricorda altri inaccettabili neutralismi degli anni 70. È un orientamento che non ha basi di verità perché l’invasore è Putin e non la Nato”. È un neutralismo, dicono i sottoscrittori, “che abbandona l’Ucraina a un destino di sudditanza già deciso da Putin, in oltraggio alle decisioni dell’Onu, alle rassicurazioni delle maggiori potenze del mondo, agli appelli di autorità politiche e morali, a partire da Papa Francesco”.
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