Lavorare “per un grande progetto politico che raduni i moderati, che arrivi al 20%, che rappresenti la casa degli italiani”. Questo, per Antonio Tajani, leader di Forza Italia, l’obiettivo del Partito popolare europeo che oggi si riunirà prima del Consiglio.
“Il Ppe si presenterà con la posizione di chi ha ottenuto un grande risultato alle Europee, è oggi il terzo partito italiano assieme alla Svp, e fa parte appunto della famiglia europea che ha vinto le elezioni e che deve rivendicare i suoi spazi – afferma il vicepremier e ministro degli Esteri in un’intervista al Corriere della Sera -. Significa che bisognerà tenere conto della nuova situazione europea, dei risultati ottenuti dai singoli gruppi. Il Ppe ha vinto, i socialisti non hanno vinto, i liberali hanno avuto difficoltà. Nell’attribuzione degli incarichi, sia a livello di Stati che di incarichi istituzionali europei e del quadro internazionale, ne va tenuto conto. Il Ppe deve essere tenuto in grande conto per i vertici apicali”.
Quello di Giorgia Meloni “che sia un partito di destra è un fatto, ma che lo sia troppo o di destra estrema non è vero. Meloni è a capo dei Conservatori, famiglia politica storica che ha già avuto incarichi e ruoli in Europa. Solo Id è rimasta fuori. E il fatto che nel governo ci sia una forza centrale come la nostra, rende più forte il governo italiano e anche la premier”, osserva il leader di FI. “E’ chiaro che per far parte di una maggioranza si devono votare i candidati su cui si raggiunge l’accordo. I nostri del Ppe sono Metsola e Von der Leyen. Vedremo che maggioranza si formerà su di loro. Enrico Letta? Per noi del Ppe ha un profilo sicuramente importante, anche perché viene dalla tradizione democristiana. Ma – sottolinea Tajani – credo davvero sia prematuro fare nomi. Sicuramente, come Italia, chiederemo un commissario di peso e un vicepresidente. L’Italia merita un ruolo centrale”.