“Il Recovery Fund è un’occasione straordinaria per separare il passato dal futuro. E mi spiego. L’Europa ci da’ i soldi e tocca a noi puntare su progetti strategici che cambino la storia d’Italia. Non è enfasi, è ragionare su alcuni dati certi. La pandemia ha cambiato il mondo e noi abbiamo l’impegno di cambiare noi stessi. A cominciare dal rapporto tra Stato e Regioni: l’emergenza ha insegnato che si esce dal tunnel solo tenendosi per mano, con leale collaborazione. E’ cio’ che ha fatto il governo con le Regioni. Il Recovery Fund è il nostro esame per ridurre le diseguaglianze”. Lo ha detto il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia in un’intervista al Messaggero. “I diritti universali sono quelli alla vita, alla salute, al lavoro, alla libertà declinata in tutte le sue forme – ha ricordato Boccia -. Nessun vincolo di bilancio potrà mai impedire a un cittadino di curarsi adeguatamente o di avere un lavoro. Qualcuno pensa che lo scostamento di bilancio approvato dal governo sia un esercizio contabile. No, è il riconoscimento chiaro che lo Stato, cioè l’Italia intera, non lascia e non lascerà indietro nessuno. A costo di produrre sforzi straordinari per rientrare dal deficit in più. Solo alcune forze politiche non lo capiscono e soffiano sul fuoco della rabbia”.
“Per quanto riguarda la riforma – aggiunge Boccia – si riparte da un testo ampiamente condiviso all’esame del Parlamento. L’esperienza del Covid ha dimostrato l’importanza di garantire i Lep, i Livelli essenziali delle prestazioni. A settembre trasmetteremo gli atti al Parlamento, che avra’ l’ultima parola, e con le risorse del Recovery Fund proporremo di separare le materie Lep (sanità, organizzazione della scuola, trasporto pubblico locale e assistenza) dalle altre materie che vanno decentrate presto e il piu’ possibile”. Per Boccia “sindaci e presidenti di Regione rappresentano lo Stato; io mi fido di loro. Un sindaco e un presente di Regione non possono fare la spola da Napoli a Roma per il dragaggio del porto di Napoli, devono decidere loro. Dopo quasi 20 anni e’ dovere della classe politica definire i Lep e finanziarli integralmente. Oggi non ci sono piu’ alibi e non si deve piu’ perdere tempo”.In concreto, spiega Boccia, cambierà “l’architrave della riforma sull’autonomia differenziata, intesa come attuazione del principio di sussidiarietà che rafforza l’unità nazionale, è: maggiore autonomia decisionale alle Regioni, ma progressiva solidarieta’ tra i territori e garanzia dell’unità nazionale. Non è un ‘liberi tutti’. E chi sostiene che il Sud deve temere vuol dire che non ha letto il testo ma solo sintesi raffazzonate. Le aree interne e le aree di montagna avranno la stessa dignità delle aree più sviluppate; il Sud avrà la stessa dignità del Nord perchè l’Italia delle Regioni sarà forte nella misura in cui sarà unita. Usciamo dalla logica dell’emergenza che a mio avviso è stata una delle zavorre più pesanti del Sud. Parliamo invece di un’amministrazione decentrata moderna, efficiente e giusta”.