Ue boccia reddito e quota 100

Nella manovra economica per il 2019 firmata dal governo Conte ‘non ci sono misure capaci di impattare positivamente sulla crescita di lungo termine’. È il giudizio contenuto nel Country report dell’Unione europea sull’Italia che arriverà mercoledì prossimo dalla Commissione Ue e che è stato anticipato  da Repubblica. Il documento, secondo quanto riporta il quotidiano, mette sotto la lente di ingrandimento le misure dell’esecutivo gialloverde i cui effetti, scrivono i commissari di Bruxelles, saranno nefasti per il Pil, il deficit e il debito pubblico. Tanto da rendere l’Italia un fattore di “rischio di contagio” per tutta l’Eurozona.

Il documento di Bruxelles, che passa al setaccio tutte le misure contenute nella legge di Bilancio, è ancora passibile di modifiche. Nel mirino dei commissari europei è finita la riforma del sistema previdenziale. Secondo Bruxelles, infatti, quota 100 non fa altro che ‘aumentare la spesa pensionistica e peggiorare la sostenibilità del debito’.

 Sul reddito di cittadinanza, invece, la bozza sembra prendere tempo spiegando che per valutarlo pienamente bisogna attenderne l’implementazione che può incappare in diverse difficoltà. Il rischio povertà rimane alta, osservano gli analisti della Commissione Ue.

Ora gli occhi sono puntati sul Documento di Economia e Finanza che il governo deve presentare entro il 10 aprile. Il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha assicurato che arriverà nei termini stabiliti, senza anticipi né ritardi. Di sicuro, il governo dovrà tenere conto del mutato quadro macroeconomico e della recessione tecnica nella quale è entrata l’Italia nella seconda metà del 2018, con ripercussioni negative su fatturato e ordini dell’industria nazionale. Tanto che nelle ultime ore si è fatto un gran parlare di una manovra bis. Ma, mentre Tria si è dimostrato possibilista, Matteo Salvini ha escluso qualsiasi correzione. Per il vicepremier leghista gli effetti della legge di Bilancio saranno visibili nei prossimi mesi: ‘Se la gente andrà in pensione ad aprile, giugno o luglio e i posti di lavoro si libereranno allora, commentare questi dati a febbraio è quantomeno bizzarro’.

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