“Le parole di Mark Rutte, il Premier dei Paesi Bassi, suonano ancora una volta poco rassicuranti. L”olandese volante’, che pretende di dettare le sue regole all’Europa, ha, da antiquato liberista, un chiodo fisso: colpire il Welfare e, in particolare, le pensioni degli italiani.” Lo dichiara Cesare Damiano (Pd), già ministro del Lavoro. Nel nostro Paese – spiega – abbiamo già dato e lo possiamo dimostrare, conti alla mano, riferendoci ai documenti ufficiali. La relazione tecnica del Ministero dell’Economia, redatta in occasione della legge di Bilancio del 2016, parla chiaro: analizzando le ultime (all’epoca) 4 riforme previdenziali (Maroni 2004, Damiano 2007, Sacconi 2010 e Fornero 2011), il rapporto del Mef evidenzia che nel periodo 2004-2050, grazie a questi interventi, si risparmieranno dalle pensioni 60 punti di Pil, pari a circa 900 miliardi di euro. Inoltre – prosegue Damiano -, aggiungo, è ormai risaputo che il calcolo dell’incidenza della spesa pensionistica italiana sul PIL è falsato: calcolare il 16% dimenticando di specificare che si tratta di una cifra al lordo delle tasse e che i pensionati del nostro Paese restituiscono allo Stato 50 miliardi all’anno, significa fare una partita truccata finalizzata a costruire un alibi per un nuovo attacco alle pensioni. Mi auguro che il Governo tenga la barra dritta – conclude l’ex ministro – e che, in tempi ragionevoli, si riapra il confronto con le parti sociali sulle pensioni per una riforma che acquisisca in modo strutturale il principio della flessibilità nel sistema previdenziale”, conclude.
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