Un nuovo Trattato internazionale per la preparazione e la risposta alle pandemie sta per essere lanciato congiuntamente dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e dal direttore generale dell’Oms Tedros Ghebreyesus. Mario Draghi è fra i firmatari della proposta, che fa seguito a un editoriale pubblicato su diverse testate giornalistiche del mondo e firmato tra gli altri anche da leader europei come Boris Johnson, Emmanuel Macron, Angela Merkel e Mark Rutte: una ventina di leader, fra i quali il presidente sudcoreano Moon Jae-in, quello sudafricano Cyril Ramaphosa, l’indonesiano Joko Widodo e il cileno Sebastian Pinera.
Il momento di agire è ora.
Il mondo non può aspettare la fine di questa pandemia per prepararsi a lottare contro la prossima”, ha detto il capo del’Organizzazione mondiale della sanità, ringraziando il presidente del Consiglio europeo per aver lanciato la “potente idea” di un Trattato globale per lottare contro le pandemie. “490 giorni di emergenza globale – ha spiegato – ha messo a nudo il peggio e il meglio della umanità. Dobbiamo agire con coraggio” .
Mentre il Covid-19 ‘approfitta delle nostre debolezze e divisioni’ – si legge nel testo dell’appello lanciato dai 20 leader modiali – ‘questo impegno collettivo rappresenta una tappa importante per consolidare la preparazione alle pandemie al massimo livello politico’. ‘Ci saranno altre pandemie – scrivono i leader – e altre situazioni d’emergenza sanitaria di grande ampiezza.
Nessun governo, né alcun organismo multilaterale può, da solo, far fronte a questa minaccia”.
Michel e Adhanom Ghebreyesus presenteranno nella giornata di oggi, davanti alla stampa, il progetto di trattato, che dovrebbe fondarsi sul “Regolamento sanitario internazionale”, uno strumento giuridico varato nel 2005.
Secondo Michel, “il Trattato è utile per tracciare una cornice internazionale per la cooperazione, a partire dallo scambio di informazioni quando affrontiamo l’inizio di una possibile pandemia, per investire nella ricerca e avere medicine e quanto occorre per affrontare la pandemia”, e anche per avere più trasparenza per tutti sulle catene di approvvigionamento e il livello di produzione dei vaccini.