“La sfida per questo Consiglio europeo è, più che mai, quella di segnalare in modo chiaro e concreto che stiamo facendo tutto ciò che è necessario in risposta alla crisi”. E’ quanto afferma il il presidente del Consiglio europeo, Herman van Rompuy nella lettera ieri ai capi di Stato e di governo dell’Ue per il vertice che comincia oggi alle 15 a Bruxelles e che dovrebbe continuare fino a metà giornata di domani, quando dovrebbe chiudersi con un pranzo dei 17 leader dell’Eurozona. Un vertice che è visto generalmente come l’ultimo treno per portare l’euro fuori dalla fase acuta della crisi. Diverse le tensioni tra i colleghi europei per la fermezza tedesca a rifiutare qualsiasi tipo di soluzione in merito agli eurobond o delle garanzie dei depositi bancari, la ricapitalizzazione diretta delle banche da parte dei Fondi salva Stati (che continua a chiedere soprattutto la Spagna), o l’intervento “automatico” degli stessi fondi per contenere gli ‘spread’ sui mercati secondari dei titoli di Stato. L’Italia sarà rappresentata dal presidente del Consiglio, Mario Monti, che è a Bruxelles già da ieri sera, e che stamattina arriverà alle 9 a Palazzo Justus Lipsius, sede del Consiglio, molto in anticipo sull’inizio dei lavori, probabilmente per incontrare i vertici dell’Ue in preparazione della riunione. Monti, che porta con sé la doppia legittimazione del mandato votato, seppure con mozioni diverse, dalla sua maggioranza ‘anomala’, e della riforma del mercato del lavoro, finalmente approvata dal Parlamento italiano, è apparso determinato a mettere sul tavolo le sue proposte per “migliorare il meccanismo di governance del mercato del debito sovrano”, come ha detto lui stesso ieri. Si tratta, ha precisato, di trovare “un rimedio alle sue disfunzioni” (‘failures’, le ha definite il premier in inglese), in modo che un paese ormai “virtuoso” come l’Italia, che “ha messo la sua casa in ordine”, sia “ricompensato” e non debba più pagare “uno spread di 470 punti base più alto del ‘bund’ tedesco”. Il premier pensa evidentemente al suo piano – finora ignorato o chiaramente respinto dalla Germania e dalla Commissione europea – per un intervento ‘automatico’ sui mercati da parte del Fondo dell’Eurozona EFSF o del suo successore permanente, l’Esm, con acquisti ‘calmieranti’ dei titoli degli Stati ‘virtuosi’, ogni qualvolta il loro spread supera determinate soglie. Monti ha anche esplicitamente posto l’accoglimento di questa proposta, o di qualcosa di equivalente, come condizione affinché l’Italia accetti di partecipare alla ‘cooperazione rafforzata’ (con un accordo di almeno nove Stati membri) che si sta delineando a favore dell’instaurazione di una tassa sulle transazioni finanziarie. Un progetto caro ai francesi e sostenuto anche dal governo tedesco, su spinta dell’opposizione di Spd e Verdi, i cui voti sono necessari alla cancelliera Merkel per ottenere le maggioranza ‘costituzionale’ necessaria all’approvazione del trattato per l’Esm nel voto di domani al Bundestag. La prima parte del Consiglio europeo, dalle 15 alle 18 al più tardi, sarà dedicata, secondo l’agenda fissata da Van Rompuy, al quadro di bilancio pluriennale 2014-2020 dell’Ue, con l’obiettivo di orientarlo decisamente sulle politiche per la crescita. Subito dopo, la discussione verterà sul nuovo ‘Patto per la crescita’ (il cosiddetto ‘Growth Compact’), in vista della sua approvazione oggi stesso. Il ‘patto’ prevede il rafforzamento finanziario della Banca europea degli investimenti (Bei), il lancio della fase pilota dei ‘project bond’ (le obbligazioni per finanziare progetti infrastrutturali) e il riorientamento dei Fondi strutturali Ue per sostenere la crescita. Seguirà una sospensione della riunione per una conferenza stampa.
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