Prosegue il confronto a distanza fra Governo italiano e Commissione Ue. Materia della contesa è la flessibilità chiesta da Roma e ancora non concessa da Bruxelles. “Lo sforzo per le riforme dell’Italia ci porta a chiedere con tutto il diritto una gestione della politica fiscale più flessibile”, rivendica il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ad un incontro dell’Aspen Institute. Il ministro, quindi, chiede risposte chiare e rapide. L’Unione europea, è l’auspicio di Padoan, sciolga la riserva sulla flessibile “evitando un’incertezza che non aiuta la crescita”.
Questo, considerato che non si tratta di una richiesta fuori dalle norme. “L’Italia chiede l’uso dei margini previsti dalle norme”, “non c’è nulla che non sia compatibile con le regole. Non stiamo chiedendo nulla di nuovo”, scandisce il ministro, sottolineando: “C’è compatibilità assoluta tra la nostra politica di bilancio e la politica di riforme”.
Ma da Bruxelles arriva la risposta gelata del presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, secondo cui gli elementi di flessibilità esistenti sono “largamente sufficienti” e che non si farà “una rigida austerità”. “La Commissione ha introdotto alcuni elementi di flessibilità riguardo all’interpretazione del patto di stabilità e di crescita, che sono sufficienti a permettere agli Stati membri, anche a quelli alle prese oggi con dei problemi, di proporre bilanci che siano in linea con tutte le regole e con tutti i requisiti”. Nel vagliare i bilanci degli Stati membri, comunque, “la Commissione svolgerà il suo ruolo senza cadere in una politica rigida e stupida di austerità”, ha detto.