UE senza presentabilità e alcuna credibilità politica

Sembra quasi stia esalando l’ultimo respiro. Le prossime elezioni che si terranno fra sei mesi potrebbero decretare la vittoria delle forze nazional- populiste e segnare così l’inizio della fine.La cosa che più stupisce è che perfino dinanzi ad un simile scenario, nessuno dei partiti che hanno fin qui governato l’Unione stia meditando a come invertire il corso degli eventi. Anche gli esponenti di quelle forze politiche italiane che si sono da sempre professati europeisti e che si schierano sistematicamente con Bruxelles e con le sue decisioni, anche per servirsene come strumento per la lotta politica interna, e pur affermando che l’Unione cosi come strutturata non va bene e quindi deve cambiare, non sono state capaci di elaborare una strategia, una proposta per indicare il modo di come dovrebbe cambiare. Tace Forza Italia, anche se da parte sua ha l’attenuante che ormai è in via di estinzione, ma tace anche il Pd e i suoi probabili futuri segretari, nemmeno un cenno nei loro discorsi. Si parla di costruire un nuovo modello di società che dia vita ad un’economia più giusta, per non parlare del solito lungo elenco di buone intenzioni. Un vero e proprio manuale dei sogni. E questo ci dà l’esatta misura della crisi in cui versa il nostro Paese. Essa sta per una metà negli obiettivi irraggiungibili ed irrealistici, nei propositi evanescenti e nel fare da gradassi del governo e dei suoi partiti. Per l’altra metà nei programmi irreali che vengono varati, nella mancanza di consapevolezza sui tempi per realizzarli, da parte delle opposizioni.Comune a entrambi è l’abitudine degli uomini politici di casa nostra di essere tanto divisivi nelle parole quanto poco divisivi nei fatti. Cioè nel volersi distinguere ferocemente dagli avversari, trattandoli normalmente da farabutti, ma poi una volta che si arriva al potere si cerca di non scontentare mai nessuno. E quindi se si è al governo come Lega e Cinque Stelle, guardarsi dall’inimicarsi alcune categorie di potentati è diventato normale anche per loro, astenersi dall’incidere sulle grandi questioni dove si rischia di dar fastidio ,come il fisco, la giustizia, le regole della Pubblica amministrazione. Si preferisce dare soldi a più gente possibile e tagliare le spese in settori che subiscono e tacciono. Questa è l’irrealtà politica di un Paese sull’orlo di un baratro.

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