Proteste durante l’insediamento del nuovo Europarlamento. Gli eurodeputati britannici del Brexit Party, la formazione di Nigel Farage, sono rimasti seduti o hanno voltato le spalle durante l’esecuzione dell’inno europeo che ha aperto la sessione inaugurale a Strasburgo. A rimanere seduti anche alcuni parlamentari francesi del gruppo sovranista Identità e democrazia, di cui fa parte la Lega. Durissimo il commento del presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani. “Alzarsi in piedi è una questione di rispetto non significa condividere l’Ue, anche quando si ascolta l’inno di un altro Paese ci si alza in piedi”, ha detto Tajani riscuotendo un applauso da parte dell’emiciclo.
La protesta sull’inno europeo dei 29 eurodeputati britannici, eletti nell’attesa che il Regno Unito esca dall’Ue a causa della Brexit, non è la prima nella storia del Parlamento europeo. Nel 2014 gli eurodeputati del partito di Nigel Farage voltarono le spalle durante l’esecuzione dell’inno europeo di Beethoven in una plateale protesta anti-europea.
Gli eurodeputati eletti nei 28 Stati membri sono entrati in carica per la nona legislatura (2019-2024) dopo le elezioni europee del 26 maggio scorso. Un Parlamento con alcune novità rispetto alla precedente legislatura: il 39% sono i “vecchi” eurodeputati ed il 61% i nuovi. Gli uomini rappresentano il 60% e le donne il 40%. La deputata più giovane è danese ed ha 21 anni e siede nel gruppo dei Verdi mentre il più anziano è Silvio Berlusconi.
Cambiano anche i gruppi politici: la lista completa comprende il Ppe, i socialisti, Renew Europe, che mette insieme gli ex liberali di Alde e i francesi della formazione ideata dal presidente francese Emmanuel Macron, Identità e democrazia, la formazione che riunisce i sovranisti, tra cui la Lega. A seguire i Conservatori Ecr, Gue e i Verdi. “Ci sono anche 57 deputati non iscritti tra i quali il 43% sono deputati dell’ex gruppo Efdd che non esiste più” e al suo interno sedeva il M5s, ha aggiunto il portavoce.
Nella prima plenaria il Parlamento europeo eleggerà il suo presidente e poi i suoi vicepresidenti. Successivamente si voterà la composizione numerica delle commissioni. Giovedì inoltre è previsto un dibattito in Aula con i presidenti della Commissione e del Consiglio europei Jean-Claude Juncker e Donald Tusk sui risultati del Consiglio europeo di Bruxelles.