Il VAR così com’è non va bene. Bisogna modificare alcune norme per aiutare al meglio gli arbitri ed evitare che una partita di calcio possa perdere quel suo appeal. Ne è convinto il presidente della Uefa, Aleksander Ceferin, che in una lunga intervista al Daily Mirror punta il dito contro la tecnologia in campo e lancia una rivoluzionaria proposta: una sorta di tolleranza, di 10-20 centimetri, per il fuorigioco rivisto al monitor. “Ne discuteremo con la nostra divisione arbitri – annuncia Ceferin, che poi spiega – Anche le linee sono tracciate dagli addetti al VAR, quindi è un disegno un pò soggettivo su qualcosa di oggettivo”. “Non sono mai stato un grande fan del VAR. Ora in questi giorni vedi che i guardalinee non si preoccupano nemmeno di alzare la bandiera. Aspettano, aspettano, aspettano. I giocatori? Non festeggiano. Ora aspettano prima il VAR”, ha aggiunto il numero uno Uefa, che tornando alla sua proposta ha detto: “Va bene se non fischi se qualcuno è in fuorigioco di un centimetro. Perché il significato di fuorigioco è che devo avere qualche tipo di vantaggio”. Dal fuorigioco ai falli di mano, altro tema molto delicato almeno da inizio stagione: “Abbiamo avuto alla Uefa i migliori allenatori due settimane fa, a Nyon. C’erano Jurgen Klopp, Pep Guardiola, Max Allegri, Carlo Ancelotti, Zinedine Zidane. Tutti i migliori allenatori delle squadre europee e il nostro capo degli arbitri, Roberto Rossetti, mostra un fallo di mano chiedendo se fosse fallo. La metà della stanza ha detto di sì. L’altra metà ha detto di no. Questo dice tutto su quanto è chiara la regola. Non sappiamo niente! Pensiamo ad esempio alla partita tra Liverpool e Manchester City: era il fallo di mano o no? Alcuni arbitri in Inghilterra non controllano nemmeno, in Italia controllano per mezz’ora. È un casino”. “Come ho detto, nessuno può spiegare cosa sia fallo di mano e cosa no. Che cos’è intenzionale? L’arbitro non è uno psichiatra per sapere se l’hai fatto apposta o no”, ha aggiunto Ceferin.
“Gli arbitri commettono errori. Seguo il calcio da quando ero un bambino. La prima partita che ricordo è il 1978 quando ho visto la Coppa del Mondo in Argentina. Kempes e il 3-1 in finale contro l’Olanda. Gli errori dell’arbitro sono come gli errori dei giocatori”, ha dichiarato ancora Ceferin, che però ha ammesso la necessità di avere la tecnologia a Euro2020: “Sfortunatamente, se diciamo che non lo usiamo più veniamo uccisi. Agli Europei dobbiamo usarlo semplicemente perché i team si lamenterebbero tutti in caso di errore nei loro confronti”.