Uganda e Sud Sudan sono due paesi confinanti ma molto diversi, specchio di un’Africa che da un lato cerca di giocarsi la carta dello sviluppo, in un mondo sempre più globalizzato, mentre dall’altro è ancora impegnata a curare le ferite prodotte dalle guerre, a partire da quella dei rifugiati. E’ fra questi due poli che si muoverà la missione della Provincia autonoma di Trento, guidata dall’assessora alla cooperazione allo sviluppo Sara Ferrari, arrivata in Uganda ieri per una serie di visite ed incontri istituzionali: ‘Visiteremo i progetti sviluppati dall’Acav, con il sostegno di Provincia, Regione, Ue, Onu, nel nord dell’Uganda, nel corso di una presenza ormai trentennale, e anche nel Sudan del Sud, paese divenuto indipendente solo pochi anni fa, nel 2011, ma ancora lacerato dalla guerra civile. Avremo inoltre incontri con i vertici del governo ugandese, con l’ambasciatore italiano e dell’Unione europea, con i governatori della regione del West Nile. Visiteremo anche progetti del Centro missionario diocesano e di altre realtà trentine, e, a Masaka, il programma di sviluppo che sta realizzando l’Euregio Trentino, Alto Adige, Tirolo. Abbiamo tre obiettivi tra il confermare la presenza della nostra cooperazione allo sviluppo, consolidare i rapporti istituzionali con i nostri partners ed esplorare eventuali prospettive di investimento per le nostre imprese, conformemente alle nuove linee di indirizzo dell’Italia e dell’Unione europea. La sinergia profit-non profit sta iniziando a funzionare, anche i progetti dell’Acav, ad esempio, sono in parte sostenuti da donatori privati che hanno avviato attività in Uganda. Pensiamo che i tempi siano maturi per valutare la presenza di imprese trentine in Africa, accanto e in collaborazione con le associazioni che tradizionalmente svolgono la loro attività in favore della parte più svantaggiata della popolazione e per la promozione dello sviluppo delle comunità locali. Tutto ciò con la duplice finalità di dare un contributo, per quanto in nostro potere, alla costruzione di un mondo più equo, ma anche offrire alle realtà con cui operiamo alternative concrete all’emigrazione economica, ovvero allo sradicamento delle persone dai propri luoghi di origine’. I settori principali di intervento in Uganda e in Sud Sudan, e anche nella vicina Repubblica democratica del Congo, sono quelli dell’agricoltura e allevamento, dell’educazione professionale, dell’acqua (scavo di pozzi) e della salute (creazione di/sostegno a distretti sanitari), ed infine il supporto alla buona governance. Nel corso della visita sono previsti a Kampala, la capitale dell’Uganda, incontri istituzionali con l’ambasciatore italiano e della Ue, alcuni ministri del Governo ugandese (interno, esteri, agricoltura ed educazione), esponenti della comunità economica locale, ed inoltre la visita ai progetti del Centro missionario diocesano (Scuola di pace) e della Casa di accoglienza alla vita Padre Angelo. Successivamente la delegazione si sposterà nel West Nile, regione del nord dell’Uganda, fra le meno sviluppate del Paese. Qui, assieme ai governatori locali, si ragionerà attorno alle prospettive di sviluppo della collaborazione fra i vari attori, Provincia, Acav, Governo ugandese, Governo italiano, Unione europea, e s ulle priorità su cui concentrare la collaborazione nel breve periodo.
Riprova
Quell’allergia alle regole e ai controlli
L’esecutivo sta dimostrando in questi giorni un’insofferenza ai poteri super partes. E’ un atteggiamento che …