Fino al 14 Aprile al Teatro Vascello, Giovanna D’Arco di cui Monica Guerritore è interprete, regista e autrice.
La pièce è incentrata sulla figura dell’eroina nazionale francese, venerata come santa dalla Chiesa cattolica, oggi conosciuta anche come “la pulzella d’Orléans”.
La storia ci narra di una giovane donna che riunì al proprio Paese, parte del territorio conquistato ed occupato dagli inglesi, contribuendo a risollevarne le sorti durante la guerra dei cent’anni e conducendo vittoriosamente le schiere francesi contro quelle inglesi. Imprigionata dai Borgognoni davanti a Compiègne, Giovanna fu venduta agli inglesi. Questi la sottoposero a un processo per eresia ed apostasia al termine del quale, il 30 maggio 1431, fu condannata al rogo e arsa viva.
L’opera teatrale, scritta e messa in scena quindici anni fa per la prima volta, viene riproposta per il pubblico di Roma nella sua versione originaria con estratti da ‘gli Atti del processo’ resi pubblici da Giovanni Paolo II.
Giovanna è una donna che ha coraggio, che sa la differenza tra la Chiesa di Dio e la Chiesa della politica. E’ una donna che sente la voce divina in sè, sapendo di avere un dono ed una missione. Senza mai indietreggiare davanti alle conseguenze.
Così come Giordano Bruno, Martin Luther King, il Che Guevara che vediamo, disteso nella famosa foto della morte, nei video e proiezioni a cura di Enrico Zaccheo.
E’ una Santa, ma anche una combattente laica come le figure moderne con cui è in dialogo attraverso immagini e parole.
Monica Guerritore, sarà anche per la forza del cognome, restituisce la potenza della protagonista. Come solo i grandi interpreti possono fare, dà corpo a 61 anni ad una ragazza di sole 19 primavere. Sempre credibile, con una muscolarità evidenziata da un pantalone e da una canottiera nera. Da guerriera urbana.
La recitazione è combinata a momenti di solo corpo ed espressività. Suggestiva la scena delle corde suppliziali. Craig Armstrong, Innuendo dei Queen, i Carmina Burana di Carl Orff sono le musiche scelte, forse troppo note e banallizzanti. Come alcune stelle e lune videoproiettate.
Un monologo di 50 minuti in cui l’attrice non ha mai un’esitazione, ne’ un tentennamento. Applaudita calorosamente dal pubblico, saluta dal palcoscenico un sacerdote di sua conoscenza. Piccoli scambi di battute, sana voglia ancora di caloroso scambio con i fruitori. Anche momenti di ilarità: la Guerritore racconta di aver avuto la paura di dover sostituire la spada della pulzella d’Orlean con la stampella.
E’ solo una battuta: Monica Guerritore è in formissima e sempre pronta alla pugna!
Barbara Lalle