Martedì 5 Aprile è stato presentato al Nuovo Cinema Aquila, sala del quartiere Pigneto di Roma, punto di riferimento per cinefili, appassionati e residenti, “Last Rave – a free party story”, film documentario indipendente di nuova uscita che ripercorre le tappe fondamentali del movimento rave e dei free party, ultima avanguardia giovanile musicale e culturale dello scorso secolo.
Il regista, Alessandro Ruggeri, é giovane ma non tanto da non aver vissuto gli anni in cui questa musica, caratterizzata da un suono basso sintetico che emula la grancassa di batteria, ha vissuto gli anni d’oro.
La pellicola, prodotta da Sarastro Film, inizia nei primi anni ’90: testimoni degli avvenimenti il mitologico dj Crisyal Distorsion e altri componenti della Spiral Tribe. La scena inglese detta passo e BPM (battiti per minuto) con i primi Free party, feste gratuite, che nascono come risposta alla sempre maggiore privatizzazione dei luoghi di socialità ed arte. Nasce così spontaneamente un laboratorio culturale dove giovani di varie appartenenze ed estrazioni socio economiche possano stare insieme, superando così ghetti mentali e fisici.
Dopo i primi anni in cui le forze dell’ordine e la politica rimangono spiazzate da questo fenomeno incomprensibile ai loro occhi perché non finalizzato al lucro, le cose cambiano. La repressione non tarda ad arrivare, picchiare, denunciare e sgomberare. Si scrivono leggi draconiane contro le feste libere, i Criminal Justice Act del 1994, che vengono cosí criminalizzate dai media da rimanere nell’immaginario collettivo come il Male.
Sono gli anni in cui la droga nelle discoteche e nei locali girano in abbondanza. Il movimento dei free party si muove in due direzioni: da una parte non criminalizzarne l’uso, dall’altra impegnarsi a creare una coscienza e consapevolezza nell’ottica di riduzione del danno.
Le tribe inglesi migrano e si connettono a quelle francesi, tedesche ed italiane.
Leo Annibaldi, Cosimo Damiano, Kriminal KK, Anna Bolena e Maskk, dj di punta della scena techno italiana, si pongono davanti alla telecamera di Ruggeri per delineare la loro esperienza con sincerità e passione. Il quadro dipinto è esaltante: i primi party, voluti, organizzati e finanziati dalle stesse tribe, le TAZ, i teknival che riescono a riunire migliaia di persone di varie nazionalità, fino all’esperienza controversa della Ex-Fintec, stabilimento abbandonato occupato stabilmente fino al 2000, quando viene sgomberato a causa di tragici eventi.
Negli anni ’90 andare ad un rave era sì una serata di ballo, ma anche di arte: i Mutoid Waste Company, gruppo d’artisti e performer fondato da Joe Rush e Robin Cooke in collaborazione con Alan P Scott e Joshua Bowler a metà degli anni ottanta, sono gli scenografi postapocalittici delle feste con le loro opere: gigantesche sculture semoventi, dette mutoidi, saldate utilizzando esclusivamente materiale di recupero ed i bizzarri ed avanguardisti riadattamenti degli edifici in disuso in cui avevano luogo gli happening.
Il clima e le intenzioni sono le migliori: dare spazio ed inclusione a tutti, soprattutto a quei giovani che vivono una marginalità rispetto ai club e al divertimentificio legale. I rave diventano quindi un interstizio di mondo possibile e auspicabile, dove lo stare insieme è basato su solide idee politiche come antifascismo, antirazzismo, antisessismo, nell’ottica del superamento delle classi sociali e di ogni barriera divisiva.
La generazione degli anni ’90 percepisce quanto sia decadente l’era industriale e proprio sulle rovine del post fordismo si gettano le basi per il movimento. Si aprono cancelli di fabbriche in disuso, stabilimenti e opifici dismessi. Anche i centri sociali, che fino a quel periodo avevano proposto solo rock e reggae, diventano protagonisti della scena techno, arricchita da istanze libertarie ed egualitarie.
Il film in 53 minuti dá tutti gli strumenti necessari a comprendere un movimento così maltrattato dall’informazione dalla sua ascesa alla sua caduta, attraverso video d’epoca (eh, sí, sono già passati 30 anni), interviste in lingua originale sottotitolate, musiche di Leo Annibaldi, Cosimo Damiano e Maskk ed il contributo scientifico dell’antropologo accademico del prof. Massimo Canevacci.
Il film, dedicato a Sasha, sarà proiettato nuovamente venerdì 8 Aprile alle ore 20.00 presso il C.S.O.A. Forte Prenestino (Via Federico Cellino- Roma) per poi continuare il tour di promozione.
Barbara Lalle