Umberto Eco dice addio alla Mondazzoli e si lancia nell’avventura trainata da Elisabetta Sgarbi che ha dato vita a ‘La nave di Teseo’, nuova casa editrice finanziata dagli scrittori, a partire dai due milioni di Eco. Eco ammette che sanno di rischiare il magnifico fallimento. L’editoria infatti è il modo più elegante per dissipare i propri risparmi. Azionisti sono Elisabetta Sgarbi, Mario Andreose ed Eugenio Lio, tre campioni di un ‘mestiere che non si impara’. In Teseo c’è l’idea dell’amicizia che è la vecchia Einaudi, la Sellerio di Sciascia e lo statuto morale di ogni casa editrice. Ad affiancare il filosofo in questo nuovo esperimento ci sono anche Sandro Veronesi, Hanif Kureishi, Tahar Ben Jelloun e molte altre prestigiose firme Bompiani. L’abbandono non è stato ben preso da Marina Berlusconi che, dice la Sgarbi, non ha accettato la possibilità di una nostra autonomia editoriale e gestionale. A Mondazzoli rimarranno per un po’ di tempo i due grandi successi del semiologo: ‘Il nome della rosa, fino al 2020 e ‘Il Pendolo’, fino al 2018. Dietro la scelta si nasconde l’amore per il proprio lavoro, la voglia di elaborare un prodotto libero dalle logiche aziendaliste e l’entusiasmo che non si ferma davanti al rischio. Anche per Umberto Eco, a 83 anni: ‘Perché il progetto è l’unica alternativa alla Settimana Enigmistica, il vero rimedio contro l’Alzheimer. Siamo dei pazzi’.
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