Un anno di Politica: 150 anni unità d’Italia. Caduta di Berlusconi. Esecutivo dei professori

Celebrazioni per i 150 anni dell’unità d’Italia; fine del governo e del probabile ciclo politico di Silvio Berlusconi; nascita dell’esecutivo dei professori guidato da Mario Monti e sostenuto da Pdl, Pd e Terzo polo; manovra Salva Italia; crisi dell’euro; Ruby gate e processi al Cav. Un anno che si chiude con il Wsj che accusa la cancelliera tedesca Angela Merkel di aver ‘imposto’ le dimissioni del Cavaliere. Così si snoda il 2011 di una politica italiana colpita da una durissima crisi di credibilità.

Gennaio. L’anno si apre sulla scia del voto di fiducia che il 14 dicembre precedente ha sancito la vittoria dell’esecutivo Berlusconi, che alla Camera, dopo la fuoriuscita dei finiani dal Pdl e dalla maggioranza di governo, ha visto respinte le mozioni di sfiducia con 314 voti a 311.  Per il centrodestra inizia una navigazione tempestosa, con una maggioranza appesa sempre ad un filo. Il Cav deve fare i conti con nuovi problemi giudiziari. La Procura di Milano apre infatti un procedimento contro il presidente del consiglio per concussione e prostituzione minorile, vicenda che passa alla cronaca come caso Ruby, dal nome di una ragazza che frequentava le feste ad Arcore e a favore della quale l’allora premier sarebbe intervenuto in occasione di un fermo in Questura: Berlusconi allora spiegò di aver agito per evitare un incidente diplomatico poiché Ruby era nipote del presidente egiziano Hosni Mubarak. Dell’inchiesta è chiamata ad occuparsi anche la Camera perché i magistrati chiedono l’autorizzazione a perquisire uffici di Berlusconi a Milano. Il 27 La Giunta respinge la richiesta, sottolineando che la competenza spetta al Tribunale dei ministri. Il centro destra, Pdl-Lega-Responsabili, sul piano politico il 26 supera indenne una prima verifica, con la bocciatura alla Camera,314 a292, della mozione di sfiducia nei confronti del ministro per i Beni culturali Sandro Bondi.

Febbraio. E’ sempre il caso Ruby a tenere banco. Il3 l’Aula della Camera conferma, con 315 voti a favore e 298 contrari, la decisione della Giunta di rinviare gli atti alla Procura di Milano. Non si fa attendere la risposta delle donne: il 13 scendono in piazza al grido di ‘se non ora quando?’, per chiedere più rispetto per la libertà e i diritti al femminile. Sempre il 3, dopo il passaggio di Futuro e Libertà all’opposizione, nella commissione bicamerale per l’attuazione del federalismo fiscale finisce in parità,15 a15, il voto relativo al parere sul decreto legislativo riguardante il fisco municipale. Il governo decide di procedere con l’approvazione, ma il giorno dopo il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dice no all’emanazione del provvedimento, sottolineando la necessità di un voto del Parlamento. Intanto scoppia la ‘primavera araba’ con le rivolte contro i regimi in Tunisia, Egitto e Libia. E la situazione in quest’ultimo Paese determina effetti sulla politica interna italiana. Suscita polemiche una risposta ai giornalisti di Berlusconi su Muammar Gheddafi: “la situazione è in evoluzione, non mi permetto di disturbare nessuno”. C’è preoccupazione per gli effetti che potrebbero determinarsi con la caduta del colonnello.

Marzo. “Viva l’Italia unita”. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano conclude così il suo intervento di fronte al Parlamento riunito in seduta comune il 17, per celebrare i 150 della proclamazione del Regno d’Italia. Polemiche per diverse assenze dei parlamentari della Lega: Umberto Bossi è presente. Intanto il 2 il governo ha superato una nuova prova: alla Camera, con 314 sì, 291 no e 2 astenuti passa la fiducia sul decreto legislativo sul fisco municipale. Il 23 Giancarlo Galan sostituisce il dimissionario Sandro Bondi al ministero dei Beni culturali e lascia a Saverio Romano il dicastero delle Politiche agricole. Dal Capo dello Stato vengono avanzate riserve sull’opportunità della nomina, visto che il Gip ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Palermo nei confronti di Romano.

Aprile. Il 5 la Camera, con 314 sì e 302 no, chiede di sollevare il conflitto di attribuzioni di fronte alla Corte costituzionale nei confronti della Procura di Milano, che ha deciso di proseguire il procedimento nei confronti di Berlusconi per il caso Ruby, nonostante le precedenti pronunce dell’Assemblea di Montecitorio. Il 13 la maggioranza supera una ennesima prova di forza: viene approvata, 314 sì e 296 no, la proposta di legge che introduce la prescrizione breve, una norma, protesta l’opposizione, varata per consentire di chiudere il cosiddetto processo Mills che vede imputato Berlusconi. Intanto all’interno del centrodestra è polemica tra Pdl e Lega sull’intervento dell’Italia in Libia a fianco della coalizione internazionale schierata contro Gheddafi.

Maggio. Il 5 viene formalizzato l’ingresso nel governo dei ‘Responsabili’, con la nomina di nove nuovi sottosegretari. Una circostanza che, secondo Giorgio Napolitano, certifica un cambio di maggioranza. Il giorno dopo il Parlamento è chiamato a pronunciarsi sulla nuova ‘coalizione’ che sostiene il governo del Cavaliere. La maggioranza tiene ma il centro destra incassa una pesante sconfitta alle amministrative. A Milano Giuliano Pisapia, candidato del centrosinistra sconfigge il sindaco uscente Letizia Moratti. A Napoli Luigi De Magistris, dell’Idv, prevale a sorpresa sul candidato del Pdl Gianni Lettieri nella corsa per la poltrona di primo cittadino.

Giugno. Dopo 16 anni il 12 e 13 viene raggiunto il quorum per la validità dei referendum. Dalle urne escono il no al nucleare, alla privatizzazione dell’acqua, al legittimo impedimento e il sì all’abrogazione di norme sui servizi pubblici locali. Il 19 al raduno di Pontida la Lega conferma l’appoggio al governo, anche se Umberto Bossi non si sbilancia sulla possibilità’ che la maggioranza vada avanti fino al 2013. Nel Carroccio iniziano a venir fuori i primi malumori: al Senatur non piace l’esposizione dello striscione che inneggia a Roberto Maroni premier.

Luglio. Il 1 il Consiglio nazionale del Pdl elegge per acclamazione Angelino Alfano segretario, nuova figura nell’organigramma interno. Il 27 lascerà a Nitto Palma l’incarico di ministro della Giustizia. Sempre a luglio, il 20, la Camera dà il via libera all’arresto del deputato del Pdl Alfonso Papa, coinvolto nell’inchiesta sulla cosiddetta P4. La Lega vota sì. “Una vergogna, parlerò con Bossi”, commenta Berlusconi. Il 23 i ministri Umberto Bossi, Roberto Calderoli e Giulio Tremonti inaugurano a Monza sedi distaccate dei ministeri della Semplificazione, delle Riforme e dell’Economia. Una mossa che non piace a Napolitano. Il 26 il presidente della Repubblica scrive a Berlusconi per manifestare “rilievi e preoccupazioni” e ricordare che è “inimmaginabile una capitale diffusa, c’è Roma”. L’euro inizia ad andare in crisi e investe l’Italia che vara una manovra approvata in pochi giorni dal Parlamento. “Un miracolo”, commenta il Capo dello Stato.

Agosto. L’attacco della speculazione internazionale non si ferma e alla vigilia di ferragosto, il 12, il governo è chiamato a varare una nuova manovra, seguendo le indicazioni contenute in una lettera della Bce. Per tutto il mese si susseguono riunioni all’interno della maggioranza per inserire correzioni su aumento dell’Iva, pensioni, contributo di solidarietà, lotta all’evasione, eliminazione di Province e Comuni.

Settembre. Come già accaduto a luglio, il Parlamento in pochi giorni approva la manovra economica del governo. Ma a tenere banco sono nuove vicende giudiziarie: è scontro tra Berlusconi e la Procura di Napoli, che vuole sentirlo nell’ambito di un’indagine che chiama in causa Giampaolo Tarantini e Valter Lavitola per somme di danaro che avrebbero ricevuto dal Cavaliere. La Camera boccia con 312 voti a 306 la richiesta di arresto avanzata nei confronti di Marco Milanese, deputato del Pdl e già  consigliere politico del ministro dell’Economia Giulio Tremonti.

Ottobre. La crisi ‘politica’ del governo del Cavaliere inizia a a farsi sentire. All’interno del Pdl vari esponenti, a cominciare da Claudio Scajola e Giuseppe Pisanu, invitano il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a compiere un passo indietro. L’11 il governo alla Camera viene battuto in una votazione sul rendiconto generale dello Stato, che si conclude290 a290, un voto in meno rispetto alla maggioranza richiesta. Le opposizioni chiedono le dimissioni. Il 14 il governo ottiene la fiducia con 316 si. Vengono raccolte e depositate in Cassazione oltre un milione di firme per il referendum che punta ad abrogare il ‘porcellum’, la legge elettorale vigente, e a reintrodurre il ‘Mattarellum’. Polemiche il 23 ottobre, quando in occasione del Consiglio europeo il presidente francese Nicolas Sarkozy e la cancelliera tedesca Angela Merkel ironizzano sulle assicurazioni fornite da Berlusconi sulla capacità di Roma di mantenere gli impegni presi a livello europeo. Il 26 parte la lettera del governo italiano all’Ue, dove vengono messi nero su bianco i provvedimenti che si intendono prendere per superare la difficile situazione economica.

Novembre. Finisce il governo di Silvio Berlusconi. L’8, la nuova votazione sul rendiconto generale dello Stato alla Camera vede il governo fermarsi a quota 308: 321 deputati non votano. Il presidente del consiglio si reca dal Capo dello Stato e annuncia la volontà di dimettersi una volta approvata la legge di stabilità. Il 9 Napolitano nomina Mario Monti senatore a vita. La situazione dei mercati peggiora di giorno in giorno. Lo spread tra i titoli italiani e quelli tedeschi sale a livelli preoccupanti, il Parlamento decide di accelerare sull’approvazione della legge di stabilità. Il 12 Berlusconi si dimette, il 13, dopo rapide consultazioni del Capo dello Stato, il neo senatore a vita Mario Monti riceve l’incarico per formare il nuovo governo. Il nuovo esecutivo, formato interamente da esponenti non parlamentari, giura il 16 novembre, il giorno dopo si presenta in Parlamento. “Un governo di impegno nazionale”, lo definisce Monti, che ottiene la fiducia al Senato con 281 sì e 25 no. Alla Camera i favorevoli saranno 556, i contrari 61. Il nuovo governo è sostenuto da Pdl, Pd e Terzo Polo. Lega Nord e Idv faranno opposizione.

Dicembre. Il 4, domenica, il governo vara la manovra anticrisi , contenuta in un decreto legge definito ‘Salva Italia’: viene reintrodotta l’Ici sulla prima casa che si chiamerà Imu, vengono inseriti interventi di riforma delle pensioni che allungano l’età necessaria per lasciare il lavoro, si abbandona il sistema retributivo per passare al contributivo. Dopo un iter parlamentare che introduce modifiche, la Salva Italia il 16 passa alla Camera (495 sì) e il 22 al Senato (con 257 sì). Nel Pdl e nel Pd, che appoggiano il governo insieme al Terzo polo, cominciano a serpeggiare malumori, ma le forze politiche assicurano che continueranno a sostenere l’esecutivo. “Vorrei dire a tutti i cittadini -sottolinea Monti parlando al Senato – che l’apporto che questo governo sta ricevendo dai partiti che lo sostengono è molto più grande di quello che i partiti stessi a volte lasciano credere. Andiamo avanti così, se ciò è utile, e sappiate che ogni modo, strutturato con le modalità che possono essere gradite ai partiti, che ci consenta di consultarvi di più e di ascoltarvi di più, anche in anticipo, agevola la nostra non semplicissima azione, nell’interesse del Paese”. E a palazzo Chigi il premier vede il suo predecessore Berlusconi, il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, quello del Pdl Angelino Alfano; Pier Ferdinando Casini e Francesco Rutelli. Alla vigilia di Natale lo spread però è sempre a quota 500. Prima della fine dell’anno Mario Monti lancia la Cresci Italia per favorire la crescita economica dell’Italia. Il 2011 si chiude con la rivelazione del Wall Street Journal che ‘accusa’ il cancelliere tedesco Angela Merkel di aver chiesto al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in una telefonata del 20 ottobre, di premere per far dimettere l’allora presidente del consiglio Silvio Berlusconi.

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