Una notte che ha cambiato la vita di migliaia di persona. Una terra sconvolta, la storia di intere città rasa al suolo, ridotta in macerie al pari di case ed edifici. E’ quanto accaduto un anno fa in Emilia, quando 4.03 del 20 maggio un terremoto di magnitudo 5.9 ha distrutto la bassa emilia, in particolare i centro del Modenese e del Ferrarese. Paesi che oggi si preparano a ricordare, forti anche della vicinanza di istituzioni e politici.
Anche Papa Francesco, nella recita del Regina Caeli, dopo la messa di Pentecoste celebrata in Piazza San Pietro per i membri dei movimenti ecclesiali ha ricordato quanto accaduto in Emilia: “Ricordiamo nella preghiera – le parole del Papa – le popolazioni dell’Emilia Romagna che il 20 maggio dell’anno scorso furono colpite dal terremoto”.
Anche la presidente della Camera Laura Boldrini, ricorderà oggi quella tremenda giornata, chiudendo la seduta straordinaria del consiglio provinciale di Ferrara, insieme al presidente della Regione, e commissario per la ricostruzione, Vasco Errani.
“Sarò in Emilia – ha anticipato in un’intervista alla Nuova Ferrara – per rendere omaggio alla memoria delle persone scomparse ed esprimere la vicinanza ai loro famigliari”. E per ringraziare tutti quelli che hanno lavorato, perché “la loro azione ha fatto bene all’Italia intera, non solo nelle zone terremotate”. Una delle ragioni per cui sarà a Ferrara, spiega, “risiede non nel fare promesse ma nell’assumere una responsabilità di fronte ai cittadini e alle istituzioni locali: la Camera dei deputati farà di tutto perché non cali l’attenzione generale sulle esigenze del territorio e si impegnerà a dare corso tempestivamente a tutti i provvedimenti legislativi necessari”.
Ma saranno molte, in tutte le zone colpite terremoto le cerimonie che serviranno per ricordare le vittime, ma anche per tenere alta l’attenzione su una ricostruzione che deve compiere ancora molti passi. Ci saranno inaugurazioni di chiese, di strutture pubbliche, ma anche feste per dare un segnale che le cose, sia pure faticosamente, stanno tornando alla normalità. Iniziative già cominciate oggi: a Crevalcore Gianni Morandi ha inaugurato il nuovo auditorium polivalente, mentre nel porticato d’onore del Castello Estense di Ferrara è stata inaugurata la mostra fotografica ‘E fu sera e fu mattina…’.
A Mirandola, un altro segnale di ripresa arriverà con l’inaugurazione del laboratorio del biomedicale donato dalla Fondazione La Stampa-Specchio dei Tempi, dal Comune di Torino e dalla Fondazione Bnl-Gruppo Bnp Paribas. Molte altre saranno poi le iniziative che arriveranno fino al 29 maggio, ovvero a quello che di fatto è il secondo appuntamento con l’anniversario del terremoto: a Medolla, uno dei paesi che ha riportato i danni più gravi, sarà inaugurata la nuova chiesa provvisoria progettata dall’architetto Davide Marazzi.
Napolitano: “Paese unito nel ricordo”. Anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha espresso la sua vicinanza ai Paesi colpiti dal terremoto di un anno fa. In una nota diffusa dal Quirinale, il Capo dello Stato si è detto vicino “a quanti hanno subito gravi lutti e ingenti danni personali e materiali. Tragedie come questa infliggono una ferita al Paese intero che si deve ritrovare unito nel dolore e nel ricordo”, ha aggiunto Napolitano.
“In questa ricorrenza, si legge ancora nella nota, desidero rinnovare il mio vivo apprezzamento per l’esempio di forza e di coesione offerto dalle popolazioni nel reagire alla sciagura ed il mio ringraziamento ai tanti cittadini che spontaneamente accorsero in aiuto prestando il loro sostegno nei momenti più difficili con generosità e alto senso civico. Nella certezza che lo stesso spirito continuerà ad animare il processo di ricostruzione esprimo alle comunità colpite la vicinanza mia e di tutti gli italiani”.