Un colpo alla ‘Boccia’ e nascono gli assistenti civici…

Un vertice di maggioranza per cercare di trovare un compromesso sulla questione degli assistenti civici. Palazzo Chigi ha dato il via libera all’iniziativa decisa dal ministro Boccia e dall’Anci con i dettagli che saranno messi a punto nelle prossime ore.

L’arruolamento – si legge in una nota della Presidenza del Consiglio citata dal Corriere della Sera – mira, per il tramite della Protezione Civile, a soddisfare la richiesta di Anci di potersi avvalere, per tutta la durata dell’emergenza sanitaria, di soggetti chiamati ad espletare, gratuitamente, prestazioni di volontario. I volontari non avranno la veste di incaricati di pubblico servizio.

 I dubbi del Viminale restano. Il ministero dell’Interno sin da subito ha espresso alcune perplessità come la scelta di queste persone che dovranno andare tra la gente in strada per far rispettare le norme decise per contenere la diffusione del virus. Nel vertice la ministra Lamorgese ha chiesto dei controlli rigidi sulle persone che entreranno in questo servizio di volontario. Gli italiani scelti, infatti, non dovranno avere dei precedenti penali e soprattutto sottoposti a misure di prevenzione.

 Palazzo Chigi ha dato il via libera all’iniziativa del ministro Boccia che nelle prossime ore dovrà definire i dettagli con l’Anci. Un sì arrivato per la richiesta di aiuto dei sindaci che utilizzeranno questi volontari per provare ad evitare assembramenti. Il ruolo molto probabilmente sarà minimale con le persone scelte che potranno aiutare a far rispettare gli ingressi contingentati in chiese, palestre o luoghi pubblici. Al momento sembra essere difficile un coinvolgimento nella movida. L’alto rischio di risse o aggressioni ha portato il Viminale a frenare su questa ipotesi anche se il ruolo dei volontari sarà chiarito nei prossimi giorni dal ministero degli Affari regionali.

Il progetto sugli ‘assistenti civici’   ha provocato molte critiche sulla stampa, e incomprensioni e scontri all’interno del governo. Dopo una giornata di discussioni e commenti affidati alle agenzie di stampa, lunedì sera una riunione, come detto, sembra aver circoscritto i compiti di questi assistenti civici, escludendo i contestati ruoli di controllo e vigilanza e limitandoli a quelli di “pubblica utilità”.

La questione è al centro di un grosso dibattito dall’altro ieri, quando Boccia aveva annunciato un bando per reclutare 60mila volontari coordinati dalla Protezione Civile per aiutare le autorità locali a gestire i prossimi mesi dell’emergenza coronavirus. A creare molte polemiche era stata l’ipotesi che agli “assistenti civici” fossero affidati compiti di vigilanza sul rispetto di regole sanitarie e ordinanze: un corpo di volontari con una pettorina con compiti in parte sovrapponibili a quelli delle forze dell’ordine era uno scenario che molti giudicavano preoccupante.

Le preoccupazioni, sembra, riguardavano principalmente le modalità con cui i volontari sarebbero stati selezionati e quelle con cui sarebbero stati controllati per evitare abusi.  Lamorgese aveva anticipato che il ministero dell’Interno non si sarebbe occupato della formazione e della gestione del corpo di volontari. Lunedì si erano poi detti contrari al progetto anche il leader di Italia Viva Matteo Renzi e il deputato del Partito Democratico Matteo Orfini, rendendo ancora più acceso lo scontro politico sulla questione.

Intervenendo a Patriae su Rai2, Boccia ha detto che «non c’è mai stata nessuna guardia civile, nessuna ronda, nessun esercito: volontari per finalità sociali che regalano tempo al proprio comune di appartenenza», facendo come esempi di compiti degli assistenti civici «portare cibo a chi non può uscire di casa, medicine, se serve ad aprire e chiudere parchi, fare tutto quello che gli chiede il sindaco».

‘La proposta degli assistenti civici di Francesco Boccia è una discreta follia, tanto che è stata confessata anche da esponenti del governo, di maggioranza e dal Viminale’, lo  pensa anche Alessandra Ghisleri che, in collegamento con Omnibus su La7, si è prodotta in un monito al governo: “Non serve la strada della repressione per convivere con il virus”. L’argomento ha fatto non poco scalpore: il ministro per gli Affari regionali, senza consultare nessuno, ha lanciato l’idea di nominare dei volontari che controllino le città affinché tutti rispettino le norme anti-Covid.

Un’uscita bizzarra, “non si può chiedere ai giovani, che hanno rispettato il lockdown per 3 mesi, di non abbracciare un amico – tuona la sondaggista di Euromedia Research -. Se apri i locali non puoi pensare che nessuno ci vada”. Poi altra frecciata al governo: “Le persone e le imprese si sentono stordite, perché non c’è un’unica strada, non c’è un protocollo e la gente deve arrangiarsi”. In poche parole per la Ghisleri “non c’è buonsenso, ma solo la ricerca di consenso politico”.

Antonella Di Pietro

 

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