Un distorto ideale di povertà

Nel nostro Paese, la povertà è diventato un esempio da seguire, un modello da imitare.

Qualche lettore potrebbe pensare dando uno sguardo fugace al titolo dell’editoriale che ci si riferisca al’Poverello d’Assisi’ al secolo S.Francesco, ma non è così. L’ideale di povertà che alcuni politici ed i media televisivi cercano di enfatizzare nei loro demenziali talk show, dove cercano di guadagnare audience tra il pubblico che li segue da casa mettendo i loro ospiti gli uni contro gli altri  e facendo la parte dei fustigatori della classe politica o dei manager che guadagnano stipendi d’oro o inviando per strada i loro intervistatori a chiedere alla gente comune un  giudizio sugli stipendi dei politici, dei manager, dei dirigenti di Stato, degli imprenditori, non ha nulla di nobile , bensì è solo un falso messaggio che diffonde rancore tra la gente e sprigiona energia politica a favore di qualche movimento politico che approfittando della rabbia dei cittadini più poveri, dei disoccupati, dei giovani in cerca del loro primo sospirato lavoro, cavalcano il malumore collettivo solo per guadagnare voti e quel potere condito di quella ricchezza e di quei privilegi, che oggi, fanno finta di disprezzare in modo ipocrita ed ingannevole verso chi li sostiene. L’interprete più autorevole di questa nuova ideologia è senz’altro il M5S con la sua ‘Guida’ politica, l’attore comico,Beppe Grillo, in arte ‘Masaniello’ ed il Guru ‘Casaleggio, che entrambi con l’ideale di povertà, quello francescano, non hanno niente in comune, anzi ciascuno di loro guadagna milioni di euro all’anno, hanno case lussuose con servitù, autisti e guardie del corpo per sé e le proprie famiglie ed al riguardo nulla si può recriminare, se li sono guadagnati. Ma quello che stupisce ed a tratti diventa anche difficile, almeno per chi scrive, capire il falso messaggio di eguaglianza che cercano di diffondere tra la gente comune, pericoloso e foriero di probabili sciagure, in quanto trattasi di un’eguaglianza che tende verso il basso, l’appiattimento individuale, allora il falso “Paradiso” da loro promesso può diventare concretamente l’Inferno, con tutto quello che ne consegue.Questa tendenza sta contagiando anche altri politici,che vista la deriva e con la costante preoccupazione di non essere più rieletti, cercano di accreditarsi tutti come dei piccoli ‘Marx’ in pectore, pronti a mettere all’indice chi guadagna troppo o nella vita è stato più fortunato degli altri , ma sempre pronti a difendere i propri privilegi. Lo stesso dicasi per alcuni giornalisti televisivi che nei loro talk show sembrano a secondo delle esigenze della serata o tanti piccoli ‘Savonarola’ o dei piccoli’Marx’, ma tutti con contratti milionari. Ha fatto bene il Premier Matteo Renzi, partecipando alla trasmissione di Floris, Ballarò, in onda sulla Rai, quando ha detto che anche la Rai deve partecipare al risanamento del Paese con l’eliminazione degli sprechi di danaro pubblico investiti in programmi fallimentari. Con questo non si vuole di certo negare l’esistenza di privilegi economici in capo ad alcuni dirigenti di Stato o a manager di aziende pubbliche o ad amministratori di banche, ma la correzione di queste storture deve avvenire in modo proporzionale e graduale per evitare contraccolpi che possano indebolire lo Stato e con esso la Democrazia. La conclusione è che il falso ideale di povertà che a tutti i costi si vuol far passare come modello da imitare non è altro che un veleno che finirà per creare spaccature traumatiche e durature nella società civile oltre alla distruzione delle istituzioni democratiche.

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