Il Consiglio d’Europa del luglio 2020 ha stabilito che per il periodo che va dal 2021 al 2027, il suo bilancio di 1074,3 miliardi di euro, sarà integrato con altri 750 miliardi, racchiusi in un apposito programma denominato ‘Next Generation EU. Un passo storico per l’UE e per l’Italia, un occasione da non perdere. Per la prima volta, nel suo status di socio fondatore, dovrebbe ricevere più di quanto sia chiamata a versare. Arriveranno 209 miliardi di euro, per riparare il disastro determinato dal Covid Sars 19 e dar vita alla ricostruzione e alla rinascita del Paese. Per affrontare la gestione di una spesa del genere occorre competenza e serietà. Ma con l’attuale Governo in carica e con i partiti di opposizione, non c’è da stare tranquilli. Ad oggi il nostro Paese non si è rivelato all’altezza della sfida. Per mesi ci hanno fatto credere che i fondi del Recovery Fund fossero bloccati in Europa per l’opposizione ideologica di Polonia e Ungheria. Ma così non era. Maggioranza e opposizione hanno dato vita ad un dibattito sterile e privo di fondamento, solo per un malinteso concetto di europeismo. E il provincialismo del nostro dibattito politico è emerso dall’esito della vicenda: la diatriba con Polonia e Ungheria è stata superata grazie alla mediazione della Cancelliera tedesca, Angela Merkel, che ha dato ragione ai due “Stati ribelli”, perché ha limitato le condizionalità a fattispecie precise, sussidiarie e non sostitutive rispetto agli ordinamenti giuridici dei singoli Stati membri. Il buon senso e l’equilibrio di una grande leader, quale è la Merkel, ha superato l’ostacolo, che i politici di casa nostra, pretendevano di affrontare con il solito dibattito sciatto, starnazzante e provinciale. Oggi si può essere più ottimisti sull’arrivo di questo fiume di denaro, quindi bisogna attrezzarsi per mettere in campo programmi e concreti progetti d’investimento. Tenendo conto che Francia e Germania hanno programmi ed ipotesi di progetti in modo chiaro e trasparente, se si guarda a quanto fatto dal nostro Governo, c’è da piangere o arrabbiarsi. Ah! Dimenticavo! Tutto coperto da segreto. Sì. Quello di pulcinella! Intanto la bozza del Recovery Plan, è arrivato sul tavolo del Consiglio dei Ministri e stabilisce che 196 miliardi di risorse dovranno essere distribuiti per sei macro-aree: 48,7 miliardi alla digitalizzazione,74,3 all’ambiente in generale, 27,7 al settore infrastrutture per una mobilità sostenibile,19,2 per istruzione e ricerca,17,1 destinati alla ‘Parita’ di genere, mentre la Sanità, in un momento così drammatico, contrassegnato da un’epidemia, che fino ad oggi, oltre al collasso del sistema sanitario, ha prodotto più di 64000 vittime, tristemente primi in Europa, dovrà accontentarsi di solo 9 miliardi, orfana del Mes, perché ilM5S ha deciso pregiudizialmente che bisogna rinunciare ai fondi del Mes. Tutto il programma varato dal governo è racchiuso in 130 pagine. Sfogliandolo ci rendiamo conto del provincialismo programmatico e intellettuale, di cui soffre il nostro Governo. Proclami, teorie bizzarre. In quanto a praticità, pari allo zero. Si ha quasi l’impressione di leggere il libro dei desideri, e visto che mancano pochi giorni al Natale, direi potremmo tranquillamente parlare delle letterine a Babbo Natale. Un quadro desolante e reso anche inquietante dalla proposta del Premier Conte di varare un’altra super Commissione composta da 300 manager, che dovrebbe sovrintendere all’attuazione del programma. Questo mi sembra veramente ridicolo e costituzionalmente errato. In altri tempi si sarebbe gridato al golpe. Invece tutti tacciono o parlano a vanvera. In Italia, purtroppo, ad oggi , nessun schieramento politico, né a destra, né a sinistra, sembra aver raggiunto un assetto maturo e definitivo e né si può invocare la nascita di un centro, quando ancora non abbiamo una destra e una sinistra ben definite. Per questo occorre prudenza e capacità nella gestione politica e istituzionale di processi di portata epocale. Ma allo stato, questi requisiti non sembrano visibili, ma bisogna cercarli ad ogni costo. Altrimenti pur con il rischio di strappi traumatici, meglio voltare pagina.
Riprova
La crescita per imitazione si è esaurita
Il reddito pro capite in Europa rispetto a quello statunitense, negli ultimi ottant’anni, ha attraversato …