Il Cremlino respinge il dialogo proposto dai vertici UE e dalla Casa Bianca.
Gli osservatori dell’OCSE,un gruppo di quaranta uomini, tra cui due italiani,stanno tentando di entrare in Crimea dal confine Nord, dopo che due giorni fa erano stati respinti da un check point controllato da militari russi,nel sud della penisola.Intanto continua senza sosta il braccio di ferro tra Obama e Putin,riferiscono fonti della Casa Bianca che anche oggi in una lunga telefonata intercorsa tra i due, il Presidente degli Stati Uniti ha ancora una volta ammonito il Capo del Cremlino sul fatto che l’azione condotta dalla Russia nei confronti dell’Ucraina,costituisce una violazione aperta delle norme internazionali che tutelano la sovranità degli Stati,ribadendo la volontà del Governo americano di intraprendere ogni iniziativa, in cooperazione con i partner europei, volta a scongiurare qualsiasi limitazione o diminuzione della sovranità territoriale e politica dello stato ucraino. E mentre Putin era al telefono con Obama ,il portavoce del Cremlino, Dimitri Peskov, dichiarava che la crisi in Crimea e in tutta l’Ucraina ha una genesi interna ed assolutamente da non ricondurre ad iniziative della Russia.Sostiene il porta voce che l’aiuto chiesto a Putin dai cittadini russofoni non poteva lasciarsi cadere nel nulla e, rincarando la dose, aggiunge che le iniziative intraprese dalla UE sono risibili,visto che il 21 Febbraio dopo l’accordo firmato con Ianukovic, è restata sorda ed inerme contro la rivolta popolare,volta a rovesciare il Presidente in carica.E il Senato russo non cambia musica,attraverso il suo Presidente fa sapere che appoggerà con forza la decisione della Crimea di entrare a far parte della ‘Federazione Russa’. Sulla costituzionalità del referendum del 16 marzo,indetto in Crimea, si sono pronunciati contrari,perché incostituzionale,sulla scia di Obama,anche la Merkel ed il nostro premer Renzi durante il vertice di Bruxelles sull’Ucraina. Dallo stesso vertice è emersa la volontà degli stati membri dell’UE, di applicare sanzioni economiche e commerciali alla Russia ,allo scopo di imporre la risoluzione attraverso la diplomazia.
Andrea Viscardi