Ieri 26 marzo è stata la prima de “Le preziose ridicole” al Teatro Sala Umberto di Roma.
Lo spettacolo la cui regia è stata affidata a Stefano Artissunch ha visto in scena lo stesso regista nelle parti del capo comico insieme ai volti noti di Lorenza Mario e Benedicta Boccoli.
L’opera è un riadattamento della commedia di Molière: una delle più originali del genio del teatro barocco francese andata in scena per la rima volta a metà del 1600.
La trama ideata da Molière narrava di due giovani donne che, venute dalla provincia, sono in città in cerca di fortuna e di uomini facoltosi attraverso i quali entrare nell’alta società. Le ragazze però sono in realtà troppo semplici per comprendere fino in fondo chi si pone davanti a loro. Scansati due giovani facoltosi, pensandoli squattrinati, vengono da questi ultimi preso in giro. Le ragazze si ritroveranno ad uscire con i servi dei giovani aristocratici, mascherati per l’occasione da gran signori.
In questo riadattamento invece siamo negli anni 40 dello scorso secolo, a Roma. Si propone un’opera metateatrale: le giovani provinciali in realtà sono due attrici attempare della provincia romana venute in città in cerca di fortuna. Tra balli e canti mettono su uno spettacolo teatrale davanti agli occhi degli spettatori della Sala Umberto che così assistono al teatro dentro il teatro.
La scenografia, funzionale alla narrazione che si svolge tutta nello stesso ambiente, è unica per l’intera pièce: viene ricostruito un teatro di rivista sulle tavole della Sala Umberto. Sala Umberto che poi fu nel passato proprio un teatro di rivista!
Siamo a qualche anno prima dello scoppio della guerra; una delle attrici, quella interpretata da Lorenza Mario, è ebrea. Alla ricerca dell’amore si ritroverà suo malgrado ad uscire insieme all’altra amica attrice con dei gerarchi. Questo lega sera grande turbamento e conflitto interiore, deciderà quindi di non rivederli.
Echi di guerra, leggi razziali o meglio dire razziste: questo è il tappeto storico su cui si muovono le bravissime attrici che cercano attraverso l’arte di non sentire il cattivo odore di questi terribili venti.
Riusciranno a sentirsi accolte ed amate in un ambiente che non le riconosce? E se sì, a che prezzo?
Posti pressoché esauriti e caldi applausi salutano e ringraziano il cast.
Barbara Lalle
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Ieri 26 marzo è stata la prima de “Le preziose ridicole” al Teatro Sala Umberto di Roma.
Lo spettacolo la cui regia è stata affidata a Stefano Artissunch ha visto in scena lo stesso regista nelle parti del capo comico insieme ai volti noti di Lorenza Mario e Benedicta Boccoli.
L’opera è un riadattamento della commedia di Molière: una delle più originali del genio del teatro barocco francese andata in scena per la rima volta a metà del 1600.
La trama ideata da Molière narrava di due giovani donne che, venute dalla provincia, sono in città in cerca di fortuna e di uomini facoltosi attraverso i quali entrare nell’alta società. Le ragazze però sono in realtà troppo semplici per comprendere fino in fondo chi si pone davanti a loro. Scansati due giovani facoltosi, pensandoli squattrinati, vengono da questi ultimi preso in giro. Le ragazze si ritroveranno ad uscire con i servi dei giovani aristocratici, mascherati per l’occasione da gran signori.
In questo riadattamento invece siamo negli anni 40 dello scorso secolo, a Roma. Si propone un’opera metateatrale: le giovani provinciali in realtà sono due attrici attempare della provincia romana venute in città in cerca di fortuna. Tra balli e canti mettono su uno spettacolo teatrale davanti agli occhi degli spettatori della Sala Umberto che così assistono al teatro dentro il teatro.
La scenografia, funzionale alla narrazione che si svolge tutta nello stesso ambiente, è unica per l’intera pièce: viene ricostruito un teatro di rivista sulle tavole della Sala Umberto. Sala Umberto che poi fu nel passato proprio un teatro di rivista!
Siamo a qualche anno prima dello scoppio della guerra; una delle attrici, quella interpretata da Lorenza Mario, è ebrea. Alla ricerca dell’amore si ritroverà suo malgrado ad uscire insieme all’altra amica attrice con dei gerarchi. Questo lega sera grande turbamento e conflitto interiore, deciderà quindi di non rivederli.
Echi di guerra, leggi razziali o meglio dire razziste: questo è il tappeto storico su cui si muovono le bravissime attrici che cercano attraverso l’arte di non sentire il cattivo odore di questi terribili venti.
Riusciranno a sentirsi accolte ed amate in un ambiente che non le riconosce? E se sì, a che prezzo?
Posti pressoché esauriti e caldi applausi salutano e ringraziano il cast.
Foto Marco Marassi
Barbara Lalle
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