Si è conclusa la riunione del tavolo sul programma di governo. Fico al Quirinale per riferire al presidente Mattarella.
Prima di recarsi al Quirinale per riferire al Capo dello Stato l’esito del mandato esplorativo, Fico ha sentito i leader della maggioranza uscente e il leader di Italia viva, Matteo Renzi, che avrebbe chiuso nettamente all’ipotesi del “Conte ter”.
Per l’intera giornata è andato avanti il tira e molla con il M5S impegnato a rilanciare su tutti i punti, per impedire a Matteo Renzi di uscire trionfatore dalla partita a scacchi innescata con la crisi. Si è parlato di lavoro, riforme istituzionali e riforma elettorale. Alla fine si è convenuto che il documento scritto non ci sarà. Giuseppe Conte rimane alla finestra, emarginato e sempre più convinto che alla fine arriverà la pugnalata alle spalle.
Ancora molti i nodi da sciogliere, tra i quali il Mes e il reddito di cittadinanza. Si parte dalla giustizia. Iv dice no al lodo-Orlando. Il Pd fa sapere che su ambiente e scuola c’è una ‘significativa convergenza’.
Tra gli argomenti toccati, anche la Sanità e i fondi del Mes. Italia Viva ha ribadito la posizione espressa in questi ultimi giorni: ci vogliono più risorse per la Sanità e quindi il Mes serve, anche in forma parziale. Una posizione non distante da quella che avrebbe espresso il Pd, soprattutto sulla necessità di destinare finanziamenti alla Sanità. Il M5S avrebbe invece confermato la sua posizione di chiusura sul ricorso alla linea di credito del fondo salva-Stati. In pratica uno die nodi su cui la crisi si è aperta, resta insoluto.
Non arranca solo il tavolo del programma per la soluzione della crisi di governo. Veti incrociati, a quanto si apprende, stanno bloccando anche l’altra trattativa in corso, con contatti tra i vari protagonisti: quella sui nomi per la squadra di governo di un eventuale Conte ter. Italia Viva, secondo fonti qualificate, era contraria ai nomi di Alfonso Bonafede e di Andrea Orlando come vicepremier e allo spacchettamento del ministero delle Infrastrutture e dei Beni Culturali. In M5s ci sarebbe un veto sull’ingresso di Maria Elena Boschi al governo e in generale nelle forze di maggioranza viene considerata eccessiva la richiesta di Iv di 3 ministeri di peso per Boschi, Ettore Rosato e Teresa Bellanova.
A Montecitorio il vicesegretario del Pd Andrea Orlando ha proposto un “lodo” sulla prescrizione su cui c’è stata una apertura da parte di M5s, mentre da parte di Iv non è stata sciolta la riserva e +Europa lo boccia. Lo riferiscono alcuni partecipanti alla riunione. Orlando ha proposto che la maggioranza si impegni a portare avanti il ddl sulla riforma del processo penale, che accorcia i tempi dei processi, e che se entro sei mesi non viene approvato allora si metterebbe mano alla prescrizione. Italia viva “non condivide il lodo Orlando: non c’è nessun accordo sulla prescrizione e sul processo penale”. Lo affermano fonti di Iv.
“Non stanno concedendo nulla“: Italia viva è “favorevole a un accordo, ma” gli altri partiti “non accettano nessuna mediazione sui temi grossi e non vogliono neppure mettere nulla per iscritto”, avrebbe detto Matteo Renzi, a quanto si apprende, ai parlamentari di Iv in assemblea parlando della trattativa sul governo. Finora non è stato fatto nessun passo avanti su nessun contenuto: “fino all’ultimo” proveremo a vedere se c’è una disponibilità a una mediazione. “Renzi dice che su giustizia “siamo allo zero assoluto”.
E allora a cosa serve il tavolo inventato da Fico a parte a scavalcare del tutto Giuseppe Conte? Ironizza Gianfranco Pasquino: “Ci sono una serie di cose che sono assolutamente obbligatorie, che occorre fare per forza e quindi le persone che stanno al tavolo potranno tuttalpiù aggiungere qualche virgola o punto, suggerire qualche aggiustamento. In realtà intorno al tavolo la partita vera sono le poltrone anche se io mi ostino a chiamarli incarichi di governo”. Le poltrone e la legge elettorale che più conviene ai soggetti riuniti, mentre in Italia i vaccini sarebbero la vera emergenza con una revisione del piano nazionale per le vaccinazioni che appare inficiato da troppi ritardi.
E per quanto riguarda la legge elettorale, torna a fare capolino il proporzionale, e pure con le preferenze, come chiedono i pentastellati e che andrebbe bene anche ai renziani di Italia Viva, purché lo sbarramento non sia troppo alto. A prescindere da come si risolverà l’esplorazione di Fico e da come si evolverà la crisi, infine, il deputato di Italia viva, Roberto Giachetti, presenterà la proposta di istituzione di una commissione bicamerale per le riforme.
Se dovesse saltare la trattativa tra i partiti di maggioranza sarebbe meglio “ridare la parola agli italiani”, dato che un esecutivo istituzionale o di unità nazionale “è impossibile” perché l’attuale maggioranza e il centrodestra “la pensano all’opposto su tutto”. Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini intervistato da Sky Tg24.
“Non esiste la sostanziale unità del Paese se manca mezzo Paese. Voglio dire una cosa chiara e netta: la maggioranza Ursula in Italia non esiste. Si è realizzata a Bruxelles perché a guida Partito Popolare Europeo, che ha vinto le elezioni, al quale gli altri si sono accodati”. Lo dice il vicepresidente di Fi Antonio Tajani ad Affaritaliani.it sull’ipotesi che Forza Italia possa partecipare a un governo con Pd, M5S e Italia Viva ma senza Lega e Fratelli d’Italia.
Se tanto ci dà tanto, è di tutta evidenza che il suo vero obiettivo non può limitarsi al Conte-ter. Neppure con Maria Elena Boschi vicepremier. In testa il senatore di Rignano ha ben altro schema: disarcionare Conte in favore di una personalità di elevato rango istituzionale, separare i Cinquestelle movimentisti (pochi) dai poltronari (tanti) e imbarcare Forza Italia, sempre più a disagio nel fronte oltranzista dei votosubitisti. Dovesse realizzarsi, Renzi ritornerebbe determinante come potenziale leader di un raggruppamento che fatalmente a lui finirebbe per affidarsi.
Prima il programma, dicono tutti. Ma intanto impazza il toto-ministri, con i tanti che sperano e i molti che tremano. È il rito che fatalmente accompagna ogni nuovo governo, e quello che sta nascendo non fa eccezione. Tanto più che le poltrone che traballano sono più d’una. A cominciare da quella del premier. Che sia ancora Conte è probabile ma non sicuro. Il borsino della crisi segnala ancora la possibilità di un colpo di coda di Renzi proprio quando tutti pensano che il peggio sia passato. Si vedrà. Nel frattempo, il toto-ministri impazza sulla seconda poltrona più ambita alla luce della pioggia di miliardi promessa dal Recovery Fund: l’Economia. L’endorsement, fin troppo sfacciato del presidente di Confindustria Bonomi in favore dell’attuale Gualtieri, dimostra quanto precaria sia quella posizione.
Il ministro è considerato troppo contiano da Renzi, ma anche dal suo Pd, che potrebbe dirottarlo sul Campidoglio. Etichette a parte, con Infrastrutture, Scuola e Lavoro il Mef rientra tra i quattro ministeri che Renzi chiede di liberare. Ad occupare la poltrona di via XX Settembre potrebbe essere Fabio Panetta, attualmente nel board esecutivo della Bce, oppure Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate. Quante alle Infrastrutture, per il quale circola l’ipotesi di Maria Elena Boschi, l’idea è quella di scorporarne i Trasporti per affidarli a Del Rio (Pd) o al grillino Buffagni. Sulla Scuola c’è il pressing in favore della dem Anna Ascani, con la Azzolina intenzionata a resistere mentre al Lavoro potrebbe finire un altro dem con Andrea Marcucci, oggi capogruppo al Senato o la compagna di partito Deborah Serracchiani.
Ma nel mirino di Renzi c’è soprattutto la Giustizia. Difficilmente l’attuale ministro Bonafede otterrà la riconferma. Più facile per lui diventare capogruppo alla Camera. A subentrargli potrebbero essere Sabino Cassese, l’ex-presidente della Consulta Marta Cartabia o, ancor più probabilmente, Paola Severino, già Guardasigilli nel governo Monti. Ma non è da escludere il ritorno di Andrea Orlando, papabile anche come vicepremier. Altra novità di rilievo riguarda il ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Qui i nomi più gettonati sono quelli dell’eminenza grigia del Pd Goffredo Bettini e dell’attuale ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli in sostituzione dell’altro grillino Riccardo Fraccaro. Tra i possibili, infine, c’è Alessandro Di Battista all’Ambiente mentre tra i sicuri spicca quello di Bruno Tabacci alla Famiglia.
Dopo aver incontrato il Capo dello Stato per una decina di minuti Fico informa che non c’è stata soluzione per la ricomposizione della maggioranza e che era terminato il suo mandato relativo alle consultazioni: ‘La crisi sanitaria ed economica richiede un governo nella pienezza delle sue funzioni e non un governo con l’attività ridotta al minimo. Allo stato attuale permangono distanze alla luce della quali non ho registrato unanime disponibilità per dare vita alla maggioranza’.
Ma di fronte al nome di Draghi ed eventualmente un appello alla responsabilità delle alte cariche dello Stato c’è chi sottolinea come non è detto che non possa partire un governo non presieduto da Conte.
“Nessuna volontà di aiutare il Paese nel momento più difficile, nessun interesse verso i cittadini italiani o a lavorare per l’interesse della collettività. Da parte di Matteo Renzi sul tavolo c’era solo la questione delle poltrone”. E’ quanto si legge in una nota del Movimento 5 stelle a commento della rottura delle trattative sul nuovo governo. “Così facendo – prosegue il comunicato – ha dimostrato chiaramente che questa era la vera ragione per la quale ha provocato la crisi. Poltrone che ha chiesto, contrariamente a quanto sostenuto in questi giorni. Oltre a chiederle, il senatore di Rignano, voleva decidere anche per conto delle altre forze politiche. Inoltre il movimento 5 Stelle, contrariamente a quanto affermato da fonti renziane, non ha posto alcun veto. In queste ultime ore e nei giorni precedenti siamo stati concentrati sui temi e si bisogni degli italiani ma ci siamo trovati di fronte a un leader politico che voleva solo mercanteggiare e cercare pretesti per rompere”, conclude il M5S.
“Bonafede, Mes, Scuola, Arcuri, vaccini, Alta Velocità, Anpal, reddito di cittadinanza. Su questo abbiamo registrato la rottura, non su altro. Prendiamo atto dei Niet dei colleghi della ex maggioranza. Ringraziamo il presidente Fico e ci affidiamo alla saggezza del Capo dello Stato”. Lo scrive su twitter il leader di Iv Matteo Renzi.
Situazione tesa anche dal lato dell’opposizione. Se da FI si moltiplicano i segnali per un superamento dell’attuale perimetro della maggioranza, Giorgia Meloni ha ricordato che quello delle elezioni è stato uno scenario non escluso dallo stesso Sergio Mattarella nel corso delle consultazioni al Quirinale, mentre da Matteo Salvini è arrivato un altro segnale di guerra. “Se vanno al Quirinale e vengono concessi loro altri giorni, non avrei modo di commentare in maniera educata questa perdita di tempo”, avverte il leader della Lega.
A fine serata interviene Sergio Mattarella: ‘Era emersa come unica possibilità di governo a base politica quella della maggioranza che sosteneva il governo precedente. La verifica ha dato esito negativo. Ci sono ora due strade: dare vita a nuovo governo per affrontare emergenze presenti ovvero quella di immediate elezioni anticipate. Questa seconda strada va attentamente considerata’, poi tuttavia spiega ‘come una compagna elettorale sia di fatto incompatibile con la delicata sfida che il Paese si trova ad affrontare. La crisi sanitaria ed economica richiede un governo nella pienezza delle sue funzioni e non un governo con l’attività ridotta al minimo. Dallo scoglimento delle Camere del 2013 sono trascorsi 4 mesi per un governo, nel 2018 5 mesi. Si tratterebbe di tenere il nostro Paese con un governo senza pienezza delle funzioni in mesi cruciali. Tutte queste preoccupazioni sono ben presenti ai nostri concittadini, che chiedono risposte urgente’. In pratica il Presidente della Repubblica procederà alla nomina del Presidente del Consiglio al quale verrà affidato l’incarico di comporre un nuovo governo.