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Un opposizione senza risposte politiche chiare. Alleanze e programmi eterogenei

di Andrea Viscardi

Il cancelliere tedesco ha chiesto nel suo colloquio con il nostro Presidente della Repubblica chiarimenti sulle prospettive politiche in caso di caduta del governo Berlusconi. Se andasse al governo, l’attuale opposizione quali provvedimenti adotterebbe per portare in salvo il Paese? Quanto mai pertinente la domanda, ma destinata a rimanere a lungo senza risposte. Per capire bisogna far riferimento ad una delle più deleterie tradizioni del nostro paese, la tendenza, tutta di questo sistema italiano, a costruire alleanze ed aggregazioni prescindendo dagli accordi sulle politiche di governo. Questo è un male che affligge sia le forze di governo che quelle di opposizione. L’attuale maggioranza ha più volte cercato l’alleanza dell’UDC, senza mai porsi la domanda di come farebbe a conciliare il federalismo di Bossi con l’antifederalismo di Casini, causa principale che ha indotto il leader centrista a correre da solo alle elezioni del 2006 e a porsi tra le forze di opposizione. Il Pd da parte sua fa la stessa cosa decidendo l’alleanza con Vendola e Di Pietro i cui contenuti non si conoscono ma si possono immaginare conoscendo i protagonisti. E D’Alema? Chiede attraverso le pagine del Corriere della Sera a Casini di allearsi. Ma che ci farebbe Casini con Vendola e Di Pietro? Ed è falso quello che sostengono i nemici del bipolarismo secondo cui è questo sistema ad aver generato l’attuale stato di disgregazione nonché frammentazione delle forze politiche, perché già la Prima Repubblica soffriva di questo stato di cose acuito ancora di più da due blocchi quello filo occidentale condannato a governare per forza in virtù dell’Alleanza filo americana e l’opposizione destinata a rimaner tale anche perché si cullava sul fatto che era destinata a rimanere per sempre in quella posizione, senza quindi preoccuparsi di elaborare programmi di politiche governative credibili, ma propinando ai propri elettori ricette per un mondo migliore. Quindi lungi dal peggiorare le cose il bipolarismo, possiamo dire che le ha migliorate rendendo più difficili alleanze eterogenee e non coese e l’ultimo governo Prodi lo ha dimostrato, durando solo 18 mesi. Inoltre il bipolarismo ha anche un altro effetto che è quello di essere spietato con chi va al governo e non mantiene le promesse. Alle elezioni successive gli elettori li cacciano a calci in c.

 

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