Una galassia lontana ci osserva: avvistato il suo “occhio” inquietante

I giochi di sguardi fanno spesso la differenza in una storia d’amore, ma non sono limitati soltanto al romanticismo. Anche nello spazio succede qualcosa di simile, più precisamente in una galassia lontana che ci starebbe osservando in modo inquietante. Che cosa è successo nello specifico? La scoperta si deve al celebre telescopio Hubble, in orbita e operativo da oltre trent’anni ormai. La galassia in questione è nota come NGC 1097 e ci sarebbe stato appunto un “gioco di sguardi” tra questo dispositivo e l’insieme di stelle e sistemi. Le immagini non lasciano spazio ad alcun dubbio e ora gli scienziati non vedono l’ora di approfondire questa gustosa novità.

Gli “occhi” del telescopio Hubble hanno incrociato un occhio ancora più grande, quello della spirale della galassia lontana che sembra osservare la Terra. Le stelle che formano la parte più fitta e densa di questa stessa galassia compongono una sorta di iride, con i filamenti di polvere rossa più esterni a contribuire a tutto il resto. Non manca nemmeno la “pupilla”. In effetti, già da qualche anno si conosce molto bene NGC 1097 e gli scienziati hanno accertato la presenza di gas molecolari, il segno che qui esiste un buco nero di cui si è appena scoperta l’importanza anche nel far nascere le stelle. Lo scatto che sta facendo il giro del mondo non è stato di semplice realizzazione.

Un ampio campo visivo

Hubble, già capace di catturare la fusione fra tre galassie, ha immortalato la galassia lontana in vari modi, avvalendosi del prezioso contributo dei suoi dispositivi, vale a dire la Wide Field Camera 3 e la Advanced Camera for Surveys. Combinando le immagini di entrambe e sfruttando un intervallo di lunghezze d’onda molto grande, è stato possibile scattare la foto dell’occhio inquietante che spia il nostro pianeta. Un altro dettaglio fortunato è stato quello del campo visivo, sufficientemente ampio per arrivare al risultato finale. La NASA ha cercato di spiegare con dovizia di particolari il motivo di questa somiglianza così marcata con lo sguardo umano.

La differenza tra i nostri occhi e il telescopio

Secondo quanto riferito dall’agenzia spaziale americana, i nostri occhi sono capaci di rilevare le onde luminose a lunghezze ottiche che sono comprese tra i 380 e i 750 nanometri. I nostri recettori sono sensibili soltanto a una piccola parte di questo intervallo, con il cervello che va a interpretare le lunghezze d’onda già citate come dei veri e propri colori. Al contrario, le fotocamere di cui è dotato il telescopio Hubble e che hanno reso possibile l’incrocio visivo con la galassia lontana sono molto più sensibili.

In particolare, questi dispositivi dimostrano una grande sensibilità a una sola e amplissima gamma di lunghezze d’onda, una caratteristica che consente di massimizzare la quantità di luce che viene raccolta. Tra l’altro, non si deve neanche dimenticare che le immagini più grezze dei telescopi come Hubble sfruttano la scala dei grigi e sono in grado di mostrare solamente la quantità di luce che viene catturata su ogni lunghezza d’onda. La galassia NGC 1097 si trova a 45 milioni di anni luce e si trova nella costellazione della Fornace: negli anni scorsi, al suo interno sono state osservate ben tre supernove. È vero che abbiamo appena scoperto la più grande galassia mai osservata, ma anche NGC 1097 può riservare nuove e interessanti sorprese.

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