Una mostra di litografie

Il 12 aprile prossimo ci sarà l’inaugurazione della mostra Bon à tirer, Arte del novecento italiano dalla collezione Muscetra presso la biblioteca provinciale di Lecce dove resterà aperta fino al 17 settembre. Ascoltiamo le parole di Enrico Muscetra: “Concepire una mostra di litografie bon à tirer o, con altra dicitura, si stampi o prove d’artista di alcuni maestri contemporanei a cui sono stato vicino negli anni della mia formazione, mi è sembrata un’idea più interessante rispetto aquella scontata della solita e ripetitiva mostra personale. Una mostra questa,corredata anche di disegni preparatori, di studi e foto degli autori stessi che illustrano le fasi che precedono il Bon à tirer. Avendo frequentato per lungo tempo gli studi di tanti artisti amici, come Renato Guttuso, Graham Sutherland, Aligi Sassu, Salvatore Fiume, Luciano Minguzzi, Remo Brindisi e, negli stessi anni, anche il laboratorio litografico di Siro.  Teodorani, grande amico e impareggiabile stampatore, ho avuto modo di assistere personalmente alle creazioni e realizzazioni grafiche di questi maestri. Emolte di queste litografie esposte, tra cui alcune a me dedicate, le ho custodite gelosamente per alcuni decenni nella mia collezione privata.Per una serie di motivi che spiegherò, posso dire che l’opera grafica gratifical’artista di un’emozione supplementare rispetto a quella derivante dall’opera tradizionale di pittura eseguita nell’intimità del suo studio privato. Uno di questi è causato dal fatto che la tecnica o il mezzo espressivo della litografia, consentendogli una riproducibilità multipla, sia pur limitata a 99 esemplari circa, gli permette di accedere ad un pubblico plurale e quindi a comunicare con piùcollezionisti. Naturalmente ognuno di questi 99 fogli è curato e firmato a mano dall’autore e la lastra è poi biffata. L’artista è il perno centrale perché è autore dell’opera; ma va detto che lo stampatore, il litografo, è il solo capace di dar vita ai segni e ai colori delle lastre disegnate e dipinte dall’artista: in litografia ogni colore deve essere dipinto su una lastra o su una pietra singola per permettere la sua riproducibilità manuale che attraverso il torchio e, appunto, attraverso le mani sapienti del litografo si prolunga su ogni singola copia, su ogni foglio. Si creava in questo rapporto di stretta collaborazione con le maestranze che eseguivano nel laboratorio le fasi dello svolgimento del percorso grafico ideato dall’artista,  una collaborazione che non poteva non essere improntata ad allegria,perché l’artista, sfuggito alla solitudine del suo studio  si lasciava coinvolgere positivamente  dall’atmosfera semplice e festosa che si respirava nel laboratorio. Come quella volta,  e lo riporto come esempio liberatorio oltre che come cronacao genesi di un’opera d’arte,   che il pittore Emilio Vedova, volendosi caricaredella dose di energia e, a suo dire, dell’adrenalina necessaria  per affrontare le lastre su cui doveva dipingere le litografie che gli aveva ispirato la guerra del “Vietnam”, sperimentò una personale e originale tecnica che consisteva nel battere a lungo, ripetutamente e violentemente i piedi sul pavimento del laboratorio; e quando lui era ben sudato e il pavimento ben scaldato e sul punto di cedere si decideva finalmente ad avanzare gradualmente prima, per poi prendere sconvolto la rincorsa e precipitarsi sulla lastra che, vergine e ignara lo attendeva per ricevere i colpi di pennello, bulino, lame da barba e altri strumenti con cui in un impeto di foga rivoluzionaria, violentemente infieriva, inneggiando a voce alta al Vietnam.Fu questa un’esperienza artistica che diede un frutto che rimase nella storia dell’arte grafica di quegli anni. Difatti quella cartella di 7 litografie sul Vietnamvinse nel1968 il primo premio per la grafica alla Biennale di Venezia. Gli aneddoti che costellano la genesi e la realizzazione di tante belle e originali opere d’arte litografiche sono davvero infiniti, e molti di essi dispiegano un’aurea artistico- esistenziale che difficilmente potrà ripetersi. Per raccontare solo quelli che non sono del tutto scomparsi dalla mia memoria dovrei davvero consumare molte pagine e molto tempo. Per questo ho preferito allestire una mostra esemplare di alcune di queste opere, ossia delle prime e uniche “prove d’artista”, che da tali vicende sono scaturite.”.

 

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