“Un’aspirina finanziaria”: ha definito così la proposta italiana di utilizzare i fondi Salva Stati Ue, il portavoce della Commissione europea Amadeu Altafaj. “Il piano italiano alleggerisce la tensione, ma non ne risolve le cause”, ha continuato Altafaj, bocciando l’iniziativa italiana volta a contenere tensioni e spread sui titoli di Stato dei paesi virtuosi sulla disciplina di bilancio, ma sotto pressione dei mercati.
“Sarebbe come un paracetamolo finanziario”, ha continuato il portavoce del vicepresidente della commissione Olli Rehn, responsabile di affari economici e euro.
L’idea cui si è riferito Rehn era stata illustrata dal premier Mario Monti nella conferenza stampa a conclusione del summit del G20 a Los Cabos, in Messico: utilizzare strumenti esistenti, per esempio il fondo salva-stati da 440 miliardi di euro (European Financial Stability Facility, Efsf) per sostenere la stabilità fiscale acquistando titoli, potenzialmente anche quelli italiani, e tenere sotto controllo gli spread.
“Per l’Italia il tema di un bailout non si pone proprio, per la Spagna il problema è limitato al settore bancario”, ha detto il presidente del Consiglio prima di riprendere il volo per il rientro in Italia, chiarendo così le indiscrezioni circolate su vari quotidiani britannici. “E’ sbagliato parlare di bailout e alcuni titoli di giornali sono veramente fuori tiro”, ha detto Monti, mentre sono state fatte “riflessioni sui modi per stabilizzare i mercati finanziari e queste sono riflessioni e conversazioni ancora in corso”.
L’equivoco, ha spiegato il premier, può essere “nato dal fatto che nella zona euro si sta riflettendo di modi in cui la stabilizzazione finanziaria della zona euro possa essere rafforzata, attraverso modalità che possano permettere di premiare e incoraggiare la virtù”. In questo modo, “i paesi che sono in regola con le norme in materia di finanza pubblica, come l’Italia, possano vedere questo riconosciuto in termini di meno abnormi spread nel mercato dei titoli di stato”.
Monti ha ancora sottolineato che il possibile utilizzo dell’Efsf per acquistare titoli sul mercato secondario dei Paesi in difficoltà “è stato uno dei temi e conversazioni libere e sciolte, uno dei temi su cui si riflette e su cui si rifletterà a Roma”, il prossimo 22 giugno nelle discussioni a quattro con Angela Merkel, Mariano Rajoy e Francois Hollande.
La situazione di Italia e Spagna è molto differente, dal momento che per Madrid i problemi attuali sono di origine bancaria. “C’è il filone del sostegno alle banche in difficoltà e sappiamo che le banche italiane sono tra quelle che meglio hanno retto alla crisi. E poi c’è il filone degli aiuti di stato. Per ora l’Italia non ha utilizzato né l’una né l’altra modalità”, ha sottolineato il presidente del Consiglio Mario Monti.
Durante la conferenza stampa a conclusione dei lavori della due giorni del G20 di Los Cabos, in Messico, Monti ha spiegato che questo fa sì che non sia “più confortato dalla realtà l’atteggiamento che certi Paesi europei hanno nei confronti dell’Italia quando dicono di avere dato sostegno”. Se mai, ha aggiunto Monti, “è l’Italia che ha contribuito pro quota per somme molto abbondanti a favore della Grecia, del Portogallo e dell’Irlanda e ora lo farà con il sistema bancario spagnolo”.