Circa 600 milioni di bambini nel mondo, uno su quattro, entro il 2040 vivranno in aree con risorse idriche estremamente limitate. A lanciare l’allarme, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, è l’Unicef, che sottolinea la minaccia alla vita e al benessere dei più piccoli rappresentata dall’esaurimento delle fonti d’acqua potabile, e il modo in cui il cambiamento climatico intensificherà questa minaccia. Stando al rapporto “Thirsting for a Future: Water and children in a changing climate”, al momento 36 nazioni stanno affrontando un livello elevato di stress idrico, che si verifica quando la domanda d’acqua supera di gran lunga la disponibilità.
Temperature più alte, l’innalzamento del livello del mare, l’incremento di inondazioni, siccità e scioglimento dei ghiacci influenzano la qualità e la disponibilità d’acqua, si legge, così come i sistemi igienico-sanitari. La crescita della popolazione, l’aumento del consumo di acqua e una maggiore domanda idrica, in gran parte dovuta a industrializzazione e urbanizzazione, stanno drenando le risorse idriche in tutto il mondo, prosegue il rapporto, in cui si evidenziano anche i conflitti che in molte parti del mondo minacciano l’accesso all’acqua potabile. Questa situazione, sottolinea l’Unicef, porta i bambini a usare acqua non potabile, che li espone al rischio di malattie potenzialmente letali come colera e diarrea. In base al rapporto, 800 bimbi sotto i 5 anni muoiono ogni giorno a causa della diarrea dovuta a condizioni igienico-sanitarie e risorse idriche non adeguate.