Uninominale tra Giulio Tremonti e Carlo Cottarelli

Giulio Tremonti in una lettera inviata al Corriere della Sera contesta Cottarelli. «Ho letto con grande interesse l’intervista rilasciata al Corriere da Carlo Cottarelli sotto il titolo: “Io in corsa anche per evitare uno sbilanciamento a sinistra. Pd obbligato a certe alleanze”. Nell’intervista è detto tra l’altro quanto segue: “Nell’uninominale potrebbe trovarsi a sfidare l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Su alcune cose siamo vicini, su altre no, come l’interpretazione della crisi del 2011, che Tremonti vede come una congiura internazionale mentre io la attribuisco anche agli errori compiuti negli anni Duemila, quando lui era al governo», scrive Tremonti.

«Nel formulare a Cottarelli i miei più sinceri auguri per la sua carriera politica, noto quanto segue: nell’autunno del 2008 la notizia della grande crisi finanziaria arrivò a sorpresa quasi per tutti (e certo anche per gli “Uffici Studi”, quasi sempre più Uffici che Studi). Ma non a sorpresa per i lettori del Corriere: “L’America ora rischia una crisi stile ’29” (intervista del 12 novembre 2006 di Aldo Cazzullo a Giulio Tremonti) e poi ancora “La paura e la speranza. Europa: la crisi globale che si avvicina e la via per superarla” (Tremonti, Mondadori, marzo 2008). Se non ricordo male – scrive Tremonti – la Repubblica Italiana che pure allora aveva il terzo debito pubblico del mondo senza avere il terzo Pil del mondo se la cavò piuttosto bene avendo già il 25 giugno 2008 concentrato in un unico decreto legge le leggi finanziarie del successivo triennio».

«Per quanto riguarda la crisi del 2011, crisi alla quale fa riferimento Cottarelli, ricordo la lettera del 5 agosto Trichet-Draghi che nel richiedere due modifiche della Costituzione, una riforma pensionistica, una riforma dello Statuto dei lavoratori e tra l’altro l ‘anticipo del pareggio di bilancio si scostava e secondo me in termini istituzionalmente non appropriati dai giudizi appena espressi dal Consiglio europeo. Omissis su Grecia, omissis su tutto il resto, su carriere estemporanee, etc.».

L’ex ministro dell’Economia infine puntualizza: «Per quanto riguarda gli “errori degli anni Duemila”, errori che retroattivamente od ultrattivamente mi vengono attribuiti dal Cottarelli, mi permetto di notare che dal 2011 inizia un decennio quasi totalitariamente governato dalle forze che Cottarelli si candida a rappresentare, forze che non hanno corretto, ma anzi amplificato gli errori denunciati: un decennio nel quale la povertà è raddoppiata, la pressione fiscale è salita, l’evasione fiscale è salita, la legislazione è stata sconfinata, la crescita economica non è stata certo brillante, fermo che la crescita non è fatta dai governi, ma nel bene o nel male dai lavoratori, dalle lavoratrici, da chi si spezza la schiena sui Tir, etc.».

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