Il testo Cirinnà, numeri alla mano, potrebbe passare indenne dall’aula del Senato, Stepchild adoption compresa. A fare la differenza sono le percentuali nel Pd: ‘Diciamo che stiamo 80 a 20’, sono i conti di ambienti parlamentari dem. La bilancia, insomma, pesa notevolmente a favore del via libera al ddl Cirinnà così com’è. I senatori contrari solo al punto della stepchild adoption non dovrebbero essere più di una ventina. C’è comunque un fronte trasversale consistente, che corre dai dem fino ad ampi settori di Forza Italia, passando per i centristi, ad opporsi alle adozioni. Un fronte consistente ma non determinante perchè a favore delle adozioni c’è il grosso del Pd, Sinistra Italiana, gli ex-M5S, qualche senatore azzurro e poi, almeno a parole, sottolineano i dem, i 5 Stelle. I grillini con l’ok al testo Cirinnà farebbero un bel favore al Pd, che preferirebbe togliere di mezzo un argomento ai competitor di sinistra nella dura campagna elettorale per le amministrative, ovvero, quello di essere tra i pochi paesi in Ue a non prevedere la stepchild adoption. Matteo Renzi ha lasciato la parola al Parlamento e la conta si farà in aula senza nessuna interferenza da parte del governo. La senatrice ‘renzianissima’ e cattolica Rosa Maria Di Giorgi avrebbe perorato la causa dell’affido rafforzato, come alternativa alle adozioni. Ma alla fine, come si diceva, è prevalsa la linea di affidare la scelta al Parlamento lasciando libertà di coscienza ai singoli senatori. Il fronte cattolico raccoglie molti franceschiniani, renziani come la Di Giorgi, Stefano Collina, Mauro Del Barba e pure qualche bersaniano. Dall’altra parte sono schierati senatori altrettanto vicini al premier come Andrea Marcucci e Laura Cantini sotto il ‘patrocinio’ di Maria Elena Boschi, nettamente schierata a favore della stepchild adoption. Dal fronte Pd dei contrari alle adozioni si fa sapere che si tenterà fino all’ultimo di arrivare a una mediazione: ‘Su un tema così delicato non possono e non debbono esserci crociate’. Di Giorgi, insieme a molti altri senatori cattolici del Pd, da tempo spinge per una soluzione diversa, ovvero, come dicevamo, quella dell’affido rafforzato. C’è già un emendamento al testo Cirinnà che introduce questa norma al posto delle adozioni e che verrà portato in aula, e che eviterebbe di aprire la strada all’utero in affitto. ‘Il momento di tirare le fila è ormai venuto, una legge sulle unioni civili va fatta, subito’, afferma Renzi, che riconosce che c’è discussione nei partiti, anche nel suo, ma la ferita va sanata perché siamo il fanalino di coda in Europa. La Stepchild Adoption (letteralmente ‘adozione del figliastro’) vuol dire l’adozione da parte di uno dei due componenti di una coppia del figlio, naturale o adottivo, del partner. Può dunque può riferirsi sia a coppie eterosessuali che omosessuali, anche se viene comunemente riferita a coppie dello stesso sesso. Oltre che nel Regno Unito, la stepchild adoption è consentita anche in altri Paesi europei dove è possibile per le coppie omosessuali adottare bambini, come ad esempio Spagna, Svezia, Norvegia, Danimarca, Belgio, Francia ma anche in nazioni, come Germania, Finlandia e Groenlandia, che pur non consentendo l’adozione di bambini da parte di coppie dello stesso sesso riconoscono a chi è in convivenza registrata con una persona di sesso uguale l’adozione dei figli naturali e adottivi del partner. L’adozione nasce dalla necessità, molto avvertita dalle coppie omosessuali, in Italia secondo le associazioni sono centinaia se non migliaia, di tutelare i figli in mancanza di una legge che riconosca le coppie formate da persone dello stesso sesso. Questi bambini, infatti, spesso nati all’estero grazie alla procreazione assistita eterologa, in Italia risultano figli solo del genitore naturale e in caso di problemi o di decesso del genitore biologico, l’altro non ha alcun diritto nè dovere nei suoi confronti.
Cocis