Il nuovo testo sulle Unioni civili andrà in Aula il 14 ottobre. Ne è certa la senatrice dem Monica Cirinnà che proprio ieri ha presentato il ddl che dovrebbe mettere fine ai dissensi fuori dentro e fuori la maggioranza. Certo, ammette, un po’ di mal di pancia rimane, ma escludo che abbia conseguenze. La procedura ora è lineare e in commissione Giustizia verrà abbinato agli altri presentati sullo stesso tema e poi il 14 ottobre arriverà in Aula. Sarà poi l’Aula, prosegue Cirinnà, a votare quale testo adottare, ma la nostra maggioranza è compatta e voterà tutta la nuova proposta di legge. Sui tempi la parlamentare è possibilista e non esclude la discussione generale sulle Unioni civili prima della legge di Stabilità. Due anni fa è stata incardinata il 23 ottobre, si potrebbe ripetere perchè è un accordo che si deve fare in capigruppo . Abbiamo dimostrato che l’ostruzionismo non ci ha fermato, il Pd tutto è unito su questo testo, ormai siamo fuori dal pantano. Inopportuna quanto intempestiva accelerazione, si inalbera il capogruppo Ap Renato Schifani. La nuova versione è un’inaccettabile forzatura di cui non comprendo il senso, ha rincarato il capogruppo alla Camera Maurizio Lupi, convinto che il Pd, avallandola, sta sprecando un’occasione, non quella di ottenere una legge purchessia con maggioranze spurie, ma di fare assieme una buona legge. Maggioranze spurie, dice Lupi. E il tema, nei giorni in cui nuovi equilibri servono a portare al sicuro la agognatissima riforma del Senato, ritorna centrale. Denis Verdini ha già fatto sapere che sulle unioni civili Ala c’è. E l’accordo cercato nel Pd soltanto, mediando sul nuovo testo con i cattolici dem, con una sorta di ‘metodo Mattarella’ in sedicesimo, fa infuriare i centristi. Angelino Alfano non ha detto nulla, rimandando a ciò che ha sempre detto, nessuna difficoltà a concedere diritti, ma niente equiparazioni al matrimonio e niente adozioni del figlio biologico o adottivo del coniuge. Invece, si indigna Maurizio Sacconi: ‘Si ripropone la genitorialità delle coppie omosessuali e la implicita legittimazione dei figli comprati con l’affitto dell’utero di donne povere’. E Gaetano Quagliariello, coordinatore di Ap, affonda definitivo: ‘Spero che tutto il mio gruppo parlamentare ne prenda atto e si comporti di conseguenza’. Accade infatti che i ‘filogovernativi’ di Ap assicurino che il premier “non forzerà mai la mano, sapendo bene che il 73% degli italiani non vuole le adozioni gay”. Ma un’altra parte del partito, da tempo in sofferenza, ora che le riforme vanno in porto e Verdini si offre di occupare lo spazio al centro prima solo di Ncd, si ribella. Tanto che qualcuno potrebbe addurre a pretesto la rottura sulle unioni civili per rompere. Durissimi i toni di Giovanardi: ‘Il vero obiettivo e’ quello di imporre la reversibilità, la vergognosa pratica dell’utero in affitto e l’adozione dei bambini da parte di coppie omosessuali’.
Riprova
Quell’allergia alle regole e ai controlli
L’esecutivo sta dimostrando in questi giorni un’insofferenza ai poteri super partes. E’ un atteggiamento che …