Accelerare sulle unioni civili e arrivare subito alla legge. È questo il diktat ribadito in queste ore da Matteo Renzi, anche a dispetto delle divisioni che l’argomento crea all’interno dello stesso Pd. Una presa di posizione che sa, sempre di più, di campagna elettorale e che fa il paio con l’annuncio di Giuseppe Sala, che ha assicurato che, nel caso fosse eletto sindaco di Milano, nella sua giunta vi sarebbe certamente un assessore gay. In realtà le primarie del centrosinistra per scegliere il candidato sindaco a Milano entrano nel vivo e iniziano i confronti fra i candidati, e terreno di discussione è diventato anche quello delle unioni gay. Il commissario Expo Giuseppe Sala si dice pronto a votare a favore e l’assessore Pierfrancesco Majorino è andato oltre spiegando che se diventerà sindaco avrà in giunta una persona omosessuale, uomo o donna che sia. Forse anche di questo tema i due parleranno nel loro primo faccia a faccia fissato per venerdì prossimo alle 18 al cinema Anteo e dedicato alla Milano del 2020. Intanto Sala, ospite di Maria Latella su SkyTg24, ha ribadito di essere uomo di sinistra, non uomo di Renzi ma stimato anche da altri come Enrico Letta e Prodi, aggiungendo di non essere amato nei salotti. E a conferma del suo essere di sinistra progressista ha spiegato che voterebbe a favore delle unioni gay, eventualmente anche con i 5 stelle. Dunque, il tema dei diritti esasperato a fini propagandistici, prima ancora che si entri ufficialmente nella competizione elettorale. L’esatto opposto di quello che, invece, servirebbe per uscire da uno stallo che si protrae da tempo e che è provocato proprio dall’irrigidimento delle posizioni del governo, in particolare sul punto più controverso del ddl Cirinnà, ovvero la questione della stepchild adoption, o possibilità di adottare all’interno della coppia gay, e il conseguente rischio dell’apertura di fatto alla pratica dell’utero in affitto. Il braccio di ferro sulla legge è tutto qui. Al netto di questo argomento, infatti, l’adeguamento della legge italiana non sarebbe poi così complicato perché in Parlamento già esiste un’ampia condivisione sul tema dell’allargamento dei diritti. La questione mette a rischio la stessa maggioranza, con un Ncd che si proclama, almeno a parole, fermamente contrario alla stepchild adoption e invoca ripetutamente, come ha fatto ancora in queste ore Maurizio Sacconi, un confronto franco e sincero senza penose disonestà intellettuali. In casa Pd, o più correttamente in casa renziana, non sono disposti a cedere, nonostante la questione rappresenti una grana anche all’interno del partito. E la sensazione, ormai, è che se ne faccia un uso totalmente strumentale, e non solo in chiave elettorale ma anche in chiave politica. ‘Noi cerchiamo un’intesa con tutti coloro che vogliono concludere il lavoro avviato e mantenere fede a un impegno preso con gli italiani’, ha detto il vicesegretario del partito Lorenzo Guerini, aggiungendo che occorre lavorare con intelligenza, cercando il consenso più ampio anche di forze che sono all’opposizione come il M5s e Sel, ma la riforma va fatta. Se l’Ncd non ci sta vuol dire che troveremo un’altra maggioranza. Ma una faccenda che si gioca principalmente sulla vita dei bambini può davvero essere ridotta a giochi di potere? ‘Sulle unioni civili ognuno si dovrà assumere responsabilità rilevanti. Un conto è regolamentare i diritti e altro è aprire la strada a stravolgimenti antropologici. Con le adozioni si apre la via all’utero in affitto. Cioè alla compravendita di bambini e all’uso strumentale del corpo della donna’, ha avvertito Maurizio Gasparri, aggiungendo che si tratta di una forma di egoismo e di sfruttamento intollerabile. ‘Si introducano delle norme precise per vietare queste pratiche. Ciascuno si interroghi nel profondo della propria coscienza e se è contrario a questa eventualità sottoscriva e approvi gli emendamenti che presenteremo a tal fine’, ha proseguito il senatore azzurro, ribadendo che un conto sono dei limitati, presunti diritti, altro è invece aprire alla possibilità di pratiche inaccettabili.
Cocis