Aumentare le iscrizioni ‘femminili’ ai corsi STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) attraverso borse di studio, esoneri e programmi di mentorship. E’ questa la stategia chestanno utilizzando le università del Nord Italia per attrarre il gentil sesso verso studi scientifici, da tempo ritenuti un mondo tutto al maschile. Tutti gli Atenei partecipano al Piano Lauree Scientifiche (PLS), che fornisce fondi ministeriali per supportare gli studenti STEM.
Il Politecnico di Milano offre Girls@Polimi, con borse da 8.000 euro annui per le studentesse, mentre l’Università di Pavia riserva 90 posti nei collegi EDiSU, e l’Università di Genova garantisce esoneri per chi ha un ISEE sotto i 60.000 euro. Il progetto Ragazze Digitali ER, in collaborazione con vari atenei dell’Emilia-Romagna, offre summer camp gratuiti per studentesse delle superiori, per promuovere il digitale come opportunità di carriera femminile.
Il programma Amazon Women in Innovation, attivo al Politecnico di Milano, Politecnico di Torino e Università di Padova, prevede borse da 6.000 euro per incentivare la partecipazione femminile alle STEM e offrire mentorship. L’Università di Bologna, invece, ha offerto borse da 1.500 euro per l’anno accademico 2023/2024, in collaborazione con Legacoop Romagna, premiando l’eccellenza femminile nelle STEM. Iniziative simili esistono anche all’Università degli Studi di Milano-Bicocca e al Politecnico di Torino, in collaborazione con l’Unione Industriali di Torino. Le università di Ca’ Foscari, Udine e Bolzano puntano, invece, soprattutto sull’internazionalizzazione, offrendo agevolazioni per la mobilità all’estero agli studenti STEM.
Questi sforzi mirano a ridurre il divario di genere nelle discipline scientifiche e a formare professionisti qualificati. Molti atenei offrono anche agevolazioni per alloggio e mensa, riducendo le barriere economiche all’accesso alle STEM, con un occhio di riguardo per chi ha redditi ISEE bassi.
Valentina Alvaro